Arrivano chiarimenti direttamente dalla RGS: le scuole non sono soggette al piano annuale dei flussi di cassa e quindi risultano escluse da questo obbligo normativo.
Nei giorni scorsi, dubbi e incertezze hanno accompagnato l’applicazione della determina n. 46 del 14 febbraio 2025 della Ragioneria Generale dello Stato, relativa alla predisposizione del piano annuale dei flussi di cassa da parte delle amministrazioni pubbliche.
Secondo quanto stabilito dall’articolo 1, comma 2, del Decreto Legislativo 165/2001, tra le amministrazioni pubbliche rientrano anche gli istituti scolastici di ogni ordine e grado. Questo aveva sollevato interrogativi sull’applicabilità della norma anche alle scuole, che tuttavia seguono una disciplina contabile autonoma e differente rispetto agli altri enti statali.
La questione è stata sollevata con particolare urgenza dalla FLC CGIL, che ha evidenziato come il regolamento di contabilità scolastica preveda un sistema specifico, distinto da quello delle altre pubbliche amministrazioni. Inoltre, la competenza per l’armonizzazione delle procedure contabili degli istituti scolastici spetta al Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM), e non alla Ragioneria Generale dello Stato.
Le scuole non sono soggette al piano annuale dei flussi di cassa
Il chiarimento definitivo è finalmente arrivato: le scuole non rientrano tra i soggetti obbligati a rispettare questa disposizione.
A chiarire definitivamente la posizione è stata la stessa Ragioneria Generale, confermando che gli istituti scolastici non sono tenuti ad adottare il piano annuale dei flussi di cassa previsto dalla determina n. 46. Le scuole, infatti, operano secondo le regole stabilite dal Decreto Interministeriale n. 129/2018 e non rientrano nell’elenco ISTAT degli enti compresi nel consolidato economico dello Stato, che invece include ministeri ed enti come INPS e INAIL.
Inoltre, gli istituti scolastici dispongono già di strumenti di monitoraggio finanziario adeguati alle esigenze di controllo richieste dalla nuova normativa, tra cui:
- SIDI, il sistema che traccia mensilmente la situazione della cassa e l’indice di tempestività dei pagamenti;
- SIOPE+, che consente il monitoraggio degli incassi e dei pagamenti, segnalando eventuali ritardi rispetto ai tempi previsti.
L’adozione di ulteriori obblighi amministrativi per le scuole sarebbe dunque superflua, rischiando di appesantire inutilmente la gestione contabile senza apportare reali vantaggi in termini di controllo finanziario. Con questo chiarimento, viene scongiurata un’ulteriore complicazione burocratica per gli istituti scolastici, già vincolati a meccanismi di rendicontazione specifici e strutturati.