corpo forestaleIl Tar Abruzzo, sezione di Pescara, ha dato un pesante colpo alla legittimità della riforma Madia che ha soppresso il Corpo forestale dello Stato che è stato in gran parte assorbito dai Carabinieri forestali.


 

Ora tutta la vicenda dovrà essere valutata dalla Corte Costituzionale. Il ricorso al Tar era stato presentato da più di 2000 ex Cfs  che protestavano per essere stati trasformati in militari senza il loro consenso.

 

Serena Pellegrino, vicecapogruppo Sinistra italiana-Possibile e vicepresidente della Commissione ambiente della Camera dei deputati, spiega che  «Il Tar dell’Abruzzo ha chiesto l’intervento della Corte Costituzionale sul decreto legislativo che ha smembrato il Corpo forestale italiano. L’ha fatto con una articolata ordinanza di rimessione nella quale risaltano, oltre a diversi profili di illegittimità costituzionale, due importanti valutazioni del Collegio. La prima riguarda la genericità e ambiguità della legge delega firmata dal ministro Marianna Madia, sulle cui ambiguità abbiamo sostenuto una strenua opposizione, tanto in commissione Ambiente quanto in Aula. Ma nonostante ciò, con il decreto attuativo 177 del 2016,  il Governo non si è attenuto ai criteri e principi direttivi indicati dal Parlamento, in particolare per quanto concerne la militarizzazione del personale, messo nelle condizioni di non poter scegliere di essere trasferito ad un corpo od organizzazione non militare. Scrive il Tar, dubitando sia logico ritenere che militarizzazione significhi maggior efficacia ed efficienza organizzativa: La militarizzazione di un corpo di polizia, o l’assorbimento del personale di un corpo di polizia civile in uno militare che è cosa analoga, si pone inoltre in netta controtendenza rispetto ai principi generali del nostro ordinamento, alle linee evolutive di questo nel tempo e alle recenti scelte dello stesso legislatore. Secondo la Corte Costituzionale, il legislatore delegato, per quanto vasto sia il suo libero apprezzamento,  non può derogare ai principi ispiratori e vincolanti della delega, vincolante per definizione,  e neanche porsi in contrasto con la tradizione precedente, dettando arbitrariamente principi innovativi».

 

La Pellegrino è convinta che la seconda considerazione del Tar Abruzzo serve purtroppo a misurare la considerazione che il Governo ha del Parlamento e della Costituzione: «Il Governo, scegliendo di assorbire il Corpo Forestale nell’Arma dei Carabinieri ha agito arbitrariamente: in sostanza si è appropriato di una discrezionalità riservata al legislatore ed ha sovvertito il ruolo del Parlamento nell’ordinario sistema di produzione normativa previsto dalla Costituzione. Tra gli articoli della Carta che i giudici amministrativi ritengono violati, ci sono anche il 9 e il 32, che riconoscono la tutela e salvaguardia del bene ambiente tra i diritti fondamentali della persona, incomprimibili e non sacrificabili per mere esigenze di bilancio e risparmio di spesa. Eppure questo si è fatto: per mere esigenze di bilancio e con i criteri da ragioniera del ministro Madia si è smembrato un Corpo “che nella sua lunga storia ha maturato un riconosciuto e consolidato bagaglio specialistico nella tutela dei beni ambientali”»

 

Secondo la Funzione Pubblica Cgil  si tratta di una sentenza importante: «La militarizzazione forzata degli appartenenti al Corpo Forestale dello Stato presenta diversi profili di incostituzionalità e la “militarizzazione” non garantisce maggiore efficacia al funzionamento delle forze di polizia. Ora attendiamo il pronunciamento della Corte costituzionale». Dopo l’approvazione definitiva del decreto della riforma che ha eliminato il Cfs, la  Cgil ha promosso oltre 1.000 ricorsi e ora è convinta che «Anche gli altri Tribunali amministrativi, presso i quali abbiamo presentato ricorsi, potranno adottare analogo orientamento. Toccherà comunque alla Corte Costituzionale pronunciarsi adeguando le norme a criteri di democrazia e al rispetto dei diritti. In ogni caso la sentenza del Tar di Pescara rappresenta un primo importante orientamento in linea con le posizioni e i rilievi che in questi anni abbiamo assunto nei confronti di un provvedimento, quello che ha cancellato la Forestale, sbagliato e, a nostro parere, con rilevanti rilievi di incostituzionalità».

 

L’onorevole Pellegrino  conclude: «Tutte le obiezioni mosse tanto alla legge delega di riforma della PA quanto al decreto attuativo oggi purtroppo si sono rivelati fondati: l’esperienza fallimentare dell’emergenza incendi è lo sfondo drammatico dell’imperfetta fusione del Corpo Forestale, alle migliaia di ricorsi amministrativi e alla decisione del Tar Abruzzo di far intervenire la Suprema Corte per la valutazione di legittimità costituzionale di norme contenute sia nella legge delega sia nel relativo decreto legislativo di attuazione. Per il ministro Madia si tratterà del secondo appuntamento con il giudizio di costituzionalità della sua riforma della pubblica amministrazione, parzialmente bocciata dalla Consulta nelle disposizioni relative a dirigenti pubblici, organizzazione del lavoro, società partecipate e servizi locali. Le dimissioni sarebbero a questo punto un gesto di responsabilità».