Gli atti di terrorismo e di estremismo violento hanno assunto caratteri nuovi e costituiscono una grave, crescente minaccia all’interno dell’Unione europea. Tali attività sono perpetrate non soltanto da gruppi organizzati, ma con sempre maggior frequenza anche da piccoli gruppi o individui isolati, che si ispirano a una vasta gamma di fonti. L’utilizzo sempre maggiore di strumenti online a fini di reclutamento e diffusione della propaganda rende più difficile anticipare e individuare le azioni violente. Inoltre, è in aumento il numero di europei che si reca all’estero per addestrarsi e combattere nelle zone di conflitto – un’evoluzione che ne acuisce il radicalismo. Tali persone possono, al loro ritorno, costituire una minaccia per la nostra sicurezza.
La Commissione europea ha adottato oggi una comunicazione che individua 10 settori in cui gli Stati membri e l’Unione europea sono chiamati a rafforzare le rispettive azioni per prevenire qualsiasi forma di estremismo che conduce alla violenza, indipendentemente dalla fonte di ispirazione. Le misure proposte includono la creazione di un piattaforma europea di conoscenza del fenomeno dell’estremismo violento, la concezione di attività di formazione per gli operatori in prima linea, e un sostegno finanziario ai progetti che si avvalgono dei moderni strumenti di comunicazione e dei media sociali finalizzati alla lotta contro la propaganda terroristica. Gli Stati membri sono anche invitati a istituire programmi volti a facilitare ai membri dei gruppi estremisti l’abbandono della violenza e dell’ideologia soggiacente. Le dieci raccomandazioni sono il risultato di due anni di lavoro svolto all’interno della rete per la sensibilizzazione in materia di radicalizzazione (RAN), fondata dalla Commissione nel 2011, che raggruppa 700 esperti e operatori di prima linea provenienti da tutte le regioni d’Europa.
«Nessun paese è al riparo dalla piaga dell’estremismo violento. Ma troppo pochi sono ancora gli Stati membri che affrontano fattivamente questa minaccia emergente. Dobbiamo dotarci di misure preventive forti per contrastare l’estremismo in tutte le sue forme. Il nostro obiettivo consiste nel sostenere gli sforzi degli Stati membri volti a contrastare la radicalizzazione e la violenza degli estremisti e nel fornire un insieme di strumenti per l’azione preventiva in Europa», ha dichiarato Cecilia Malmström, Commissaria per gli Affari interni.
La protezione dei cittadini contro questi rischi richiede un approccio globale che coinvolga un’ampia gamma di partner a livello locale, nazionale, europeo e internazionale. Per aiutare gli Stati membri a combattere la radicalizzazione, la Commissione sta incentrando i suoi lavori su 10 campi d’azione, di seguito illustrati.
- Sviluppare strategie nazionali globali. Gli Stati membri sono incoraggiati a istituire adeguati quadri di riferimento, che coinvolgano le organizzazioni non governative, gli operatori in prima linea, i servizi di sicurezza e gli specialisti del settore, con l’obiettivo di promuovere in modo più efficace lo sviluppo di misure di prevenzione contro l’estremismo violento e il terrorismo.
- Creare, l’anno prossimo, una piattaforma europea della conoscenza per la raccolta e la diffusione delle migliori pratiche nonché per l’elaborazione dell’agenda di ricerca. La piattaforma alimenterà la riflessione dei responsabili politici a livello europeo, nazionale e locale, e coordinerà le iniziative di prevenzione sia all’interno che all’esterno dell’Unione. La Commissione assegnerà fino a 20 milioni di EUR per il periodo 2014-2017 alla “Piattaforma della conoscenza” e ad altre attività connesse alla prevenzione e gestite a livello centrale, comprese le attività della RAN e il sostegno ai programmi che promuovono le strategie di uscita negli Stati membri.
- Valorizzare le attività della rete per la sensibilizzazione in materia di radicalizzazione (RAN) al fine di rafforzarne il ruolo e assicurare che possa fornire indicazioni pratiche agli Stati membri qualora essi lo richiedano.
- Sviluppare e agevolare la formazione degli operatori in prima linea che lavorano con gli individui o i gruppi a rischio. La formazione si rivolgerà non solo al personale delle autorità di contrasto e penitenziarie, ma anche, ad esempio, ad assistenti sociali, educatori e operatori della sanità, per affinare la loro comprensione del processo di radicalizzazione e sviluppare le giuste reazioni di fronte a questo fenomeno.
- Fornire in ciascuno Stato membro programmi di sostegno al disimpegno dalla violenza e alla deradicalizzazione («strategie di uscita») a favore dei membri dei gruppi estremisti. Nonostante la loro efficacia, siffatti programmi non sono attualmente disponibili nella maggioranza degli Stati membri dell’UE. I lavori di questo tipo sono spesso realizzati al meglio nell’ambito di una cooperazione tra più soggetti provenienti da tutti i settori pertinenti, in particolare della cooperazione con le famiglie e i membri della comunità che più sono vicini agli estremisti violenti. La Commissione fornisce orientamenti per l’istituzione programmi che offrono strategie di uscita, qualora ciò sia richiesto, e per l’organizzazione di corsi di formazione per gli operatori locali che lavorano sulle strategie di uscita. In passato la Commissione ha speso circa 10 milioni di EUR dai fondi ISEC per progetti di deradicalizzazione. I fondi ISEC hanno permesso alla Commissione di finanziare un numero elevato di progetti volti ad aumentare la conoscenza del processo di radicalizzazione e le competenze nella concezione di efficaci misure preventive.
- Cooperare più strettamente con la società civile e il settore privato per rispondere alle sfide che provengono da Internet. La propaganda e i contenuti estremisti sono facilmente accessibili online tramite forum di discussione, media sociali, blog, ecc. Gli sforzi non devono limitarsi a vietare o a rimuovere i contenuti illeciti, ma devono includere lo sviluppo di messaggi alternativi volti a destrutturare la propaganda estremista. Gruppi di comunità, cittadini, vittime ed ex estremisti possono essere portatori di messaggi forti. La Commissione propone di creare un forum con i principali operatori del settore per esaminare le possibilità di una cooperazione più stretta e sostenere la produzione e la diffusione di narrative alternative.
- Rafforzare la capacità di reazione delle vittime. I racconti delle vittime sono un potente strumento di prevenzione e di lotta alla radicalizzazione, ma a condizione che esse si sentano a loro agio per condividere la loro storia e ricevano il sostegno necessario. La Commissione sosterrà le associazioni e le reti delle vittime, in particolare finanziando progetti, al fine di agevolare le campagne di comunicazione e di sensibilizzazione.
- Incoraggiare i giovani a esercitare il loro spirito critico nei confronti dei messaggi estremisti. L’istruzione e gli scambi tra giovani sono elementi essenziali per aiutare i giovani a riflettere in modo critico sulle opinioni e sui discorsi estremisti e a mettere in luce le lacune della propaganda. La Commissione sosterrà le collettività e i gruppi locali che vengono a contatto con ex estremisti violenti e le loro vittime, che meglio di altri possono descrivere tra l’altro le realtà della guerra e i campi di addestramento terroristici.
- Intensificare la ricerca sulle tendenze della radicalizzazione. L’UE continuerà a finanziare studi per comprendere come e perché gli individui diventano estremisti o abbandonano l’estremismo, il ruolo svolto ad esempio dall’ideologia, dalle tecniche di reclutamento su Internet e dai modelli d’identificazione.
- Collaborare più strettamente con i paesi partner al di fuori dell’UE. La vulnerabilità alla radicalizzazione non si ferma alle frontiere dell’Unione. La Commissione e l’Alta rappresentante proseguono la collaborazione con i paesi terzi in materia di prevenzione della radicalizzazione, utilizzando fondi dell’UE per organizzare la formazione o per sostenere i media e le iniziative locali di prevenzione sul campo. Le strategie di prevenzione della radicalizzazione e dell’estremismo violento dovrebbero inoltre rientrare tra gli strumenti e meccanismi di cooperazione allo sviluppo.
Inoltre, la Commissione pubblica oggi una raccolta di approcci e pratiche finalizzate alla prevenzione e al contrasto della radicalizzazione, compilata dalla RAN, che presenta gli approcci di otto operatori nel settore della prevenzione della radicalizzazione, ognuno dei quali è illustrato sulla base di un certo numero di pratiche e di progetti selezionati. La raccolta è intesa a contribuire al sostegno delle azioni proposte nella comunicazione odierna.
Contesto
Dal 2005 gli sforzi per combattere la radicalizzazione sono stati compiuti nell’ambito della strategia dell’UE volta a combattere la radicalizzazione e il reclutamento di terroristi (rivista l’ultima volta nel 2008). Pur riconoscendo la competenza delle autorità degli Stati membri dell’Unione in materia di sicurezza, la strategia contiene norme e misure comuni per prevenire la radicalizzazione e il reclutamento di terroristi, suddivise in tre categorie principali:
- smantellare le attività delle reti e degli individui che spingono persone verso il terrorismo;
- fare in modo che la voce dell’opinione maggioritaria prevalga su quella dell’estremismo;
- promuovere con vigore ancor maggiore la sicurezza, la giustizia, la democrazia e le opportunità per tutti.
La comunicazione adottata oggi fa seguito alle Conclusioni del Consiglio del giugno 2013 e contribuirà alla revisione della strategia dell’Unione europea nel corso del 2014.
La Commissione europea sostiene già l’azione degli Stati membri per prevenire e combattere l’estremismo violento. Riconoscendo che il fenomeno della radicalizzazione può essere contenuto al meglio operando al livello più vicino possibile alle persone vulnerabili nelle comunità più interessate, la Commissione ha avviato nel settembre 2011 la rete UE per la sensibilizzazione in materia di radicalizzazione.
La RAN sostiene gli operatori locali che si trovano in prima linea per prevenire la radicalizzazione e l’estremismo violento in tutta l’UE e facilita lo scambio di esperienze e di buone pratiche tra gli stessi. Esso riunisce gli esperti e gli operatori in questo settore, suddivisi in 8 gruppi di lavoro: Polizia e forze dell’ordine, vittime del terrorismo, Internet e media sociali, prevenzione; deradicalizzazione; istituti penitenziari e di libertà vigilata, sanità, dimensione interna ed esterna.
FONTE: Commissione Europea