Soddisfazione, stimolo a fare meglio, colpa della crisi e dei tagli. Sono queste le principali motivazioni con cui i sindaci italiani hanno commentato alle principali agenzie di stampa i dati del sondaggio Ipr Marketing-Sole24Ore, che ieri ha fotografato l’indice di gradimento dei primi cittadini a capo delle oltre 100 amministrazioni capoluogo d’Italia. Una rilevazione che ha segnato un arretramento di consenso per i sindaci, anche se non mancano eccezioni.
A Rieti e Vicenza, ad esempio, Simone Petrangeli e Achille Variati riescono ad arginare il calo di appeal. “La fotografia che emerge dalla classifica – ha spiegato Petrangeli – e’ un risultato straordinario se pensiamo alla difficile condizione in cui si trova il nostro Comune e alle scelte, in alcuni casi molto sofferte, che abbiamo dovuto prendere in questi mesi, anche per evitare il dissesto”. Il primo cittadino reatino, ottavo in classifica, però non si esalta anche se entrare nella top ten “rappresenta una spinta in piu’ per affrontare le sfide che ci attendono in futuro”.
Anche il sindaco di Vicenza, Achille Variati, ha visto aumentare i consensi e pur prendendo “con le pinze” i sondaggi esprime soddisfazione per il risultato, frutto “del modo di governare la città è stato premiato. Certo – ha tenuto a precisare – il momento è molto difficile per fare il sindaco: per la crisi, per i continui tagli imposti ai bilanci, per il nervosismo sociale che coinvolge tutti i cittadini”.
Il primo cittadino di Pordenone Claudio Pedrotti, decimo lo scorso anno e 34simo oggi, individua nel nodo Tares una delle cause della sua flessione. “Se la annullassi – ha detto – sarei all’80% del gradimento”.
Da Nord a Sud il calo è ben distribuito, stavolta, e la conferma viene da uno dei sindaci più amati del Mezzogiorno, il crotonese Peppino Vallone, lo scorso anno quasi al 60% di consensi mentre oggi appena sopra il 45. Per Vallone la causa è da attribuire “alla continua emergenza finanziaria in cui versano i comuni, che impedisce di dare risposte ai cittadini. Amministrare in queste condizioni è sempre più difficile”.
La ‘livella’ del malcontento, poi, non ha fatto sconti alle due amministrazioni ultime nella rilevazione, anche qui una settentrionale a l’altra meridionale. E se non ci sono commenti ufficiale da parte di Ippazio Stefàno, giudicato dai cittadini di Taranto il meno amato, Maria Rita Rossa da Alessandria attribuisce il crollo di consenso al deficit di bilancio. “Con la nostra politica di risanamento – ha detto – abbiamo attuato un recupero di circa 40 milioni di euro che, ovviamente, pesa sull’economia cittadina. Per noi e’ stato devastante. Tutto questo – ha rimarcato però Rossa – senza il minimo aiuto e potendo contare solo sulle nostre forze”.
E le grandi città? Anche qui il calo c’è e quasi per tutti i sindaci gran parte delle responsabilità sono da attribuire alle scelte del governo e alla crisi economica. “Il calo generalizzato del gradimento di tutti i sindaci – ha spiegato il primo cittadino di Palermo Leoluca Orlando – dimostra che le amministrazioni locali sono sempre di più il fronte ed il luogo di contatto diretto tra lo Stato e i cittadini. E’ quindi inevitabilmente che risentano dei costi della crisi che l’amministrazione nazionale sta scaricando sui Comuni”.
Sulla stessa linea di Orlando il primo cittadino di Cagliari Massimo Zedda, secondo il quale “i cittadini individuano i sindaci come i più vicini e quindi come possibili responsabili di scelte, come la Tares, prese altrove, che noi ci troviamo a dover applicare”. “Abbiamo lavorato soprattutto a recuperare risorse – è il ragionamento di Zedda -. Ora i cittadini potranno vedere i risultati: speriamo possano apprezzarli e possano così cambiare anche i numeri dei sondaggi”.
Vede il bicchiere mezzo pieno, invece, il sindaco di Catania Enzo Bianco che, pur riconoscendo la sua 53sima posizione come “uno stimolo a fare di più”, ha giudicato “incoraggiante il risultato ottenuto, considerato anche che dall’inizio del mandato sono passati soltanto pochi mesi”. “Se però – ha aggiunto – consideriamo che in tutt’Italia due sindaci su tre fanno registrare una flessione del gradimento, significa che dobbiamo lavorare più a contatto con i cittadini e cercare di interpretare al meglio le loro esigenze”.
Anche il primo cittadino di Genova Marco Doria è risultato in netto calo ma ha voluto precisare come “in crisi c’è tutto il Paese” e “tutti devono affrontare le stesse difficoltà”.
Un’iniezione di fiducia arriva invece dal collega di Milano Giuliano Pisapia. ‘Il consenso verso le scelte dell’amministrazione – ha commentato – rimane alto. Avere il gradimento della maggioranza dei milanesi, una percentuale superiore a quella che mi scelse al primo turno delle elezioni del 2011, e’ un dato positivo”. Tuttavia per Pisapia l’obiettivo rimane quello di lavorare di più “per rendere Milano sempre piu’ vivibile. ‘Milano – ha concluso – dovra’ affrontare grandi sfide nei prossimi mesi e anni, dal semestre europeo a Expo fino alla nascita della Citta’ Metropolitana. Il nostro impegno e’ interamente dedicato a far si che questi appuntamenti trasformino concretamente la citta’ a vantaggio di tutti i milanesi’.
Sulla stessa linea di Orlando il primo cittadino di Cagliari Massimo Zedda, secondo il quale “i cittadini individuano i sindaci come i più vicini e quindi come possibili responsabili di scelte, come la Tares, prese altrove, che noi ci troviamo a dover applicare”. “Abbiamo lavorato soprattutto a recuperare risorse – è il ragionamento di Zedda -. Ora i cittadini potranno vedere i risultati: speriamo possano apprezzarli e possano così cambiare anche i numeri dei sondaggi”.
Vede il bicchiere mezzo pieno, invece, il sindaco di Catania Enzo Bianco che, pur riconoscendo la sua 53sima posizione come “uno stimolo a fare di più”, ha giudicato “incoraggiante il risultato ottenuto, considerato anche che dall’inizio del mandato sono passati soltanto pochi mesi”. “Se però – ha aggiunto – consideriamo che in tutt’Italia due sindaci su tre fanno registrare una flessione del gradimento, significa che dobbiamo lavorare più a contatto con i cittadini e cercare di interpretare al meglio le loro esigenze”.
Anche il primo cittadino di Genova Marco Doria è risultato in netto calo ma ha voluto precisare come “in crisi c’è tutto il Paese” e “tutti devono affrontare le stesse difficoltà”.
Un’iniezione di fiducia arriva invece dal collega di Milano Giuliano Pisapia. ‘Il consenso verso le scelte dell’amministrazione – ha commentato – rimane alto. Avere il gradimento della maggioranza dei milanesi, una percentuale superiore a quella che mi scelse al primo turno delle elezioni del 2011, e’ un dato positivo”. Tuttavia per Pisapia l’obiettivo rimane quello di lavorare di più “per rendere Milano sempre piu’ vivibile. ‘Milano – ha concluso – dovra’ affrontare grandi sfide nei prossimi mesi e anni, dal semestre europeo a Expo fino alla nascita della Citta’ Metropolitana. Il nostro impegno e’ interamente dedicato a far si che questi appuntamenti trasformino concretamente la citta’ a vantaggio di tutti i milanesi’.
FONTE: Anci