Il Consiglio di Stato conferma che i test di Medicina per l’anno accademico 2023/2024 sono validi: ecco tutti i dettagli e le motivazioni della sentenza.


Il CdS, con una sentenza depositata ma non ancora pubblicata, ha annullato la sentenza del Tar del Lazio che, a gennaio, aveva messo in dubbio l’immatricolazione di migliaia di studenti di Medicina per l’anno accademico 2023/2024. Il Tar aveva infatti giudicato “illegittimo” il metodo di attribuzione del cosiddetto punteggio equalizzato nei test di ingresso, sostenendo che non garantisse una valutazione equa e basata sul merito.

Secondo la tesi del Tar, il punteggio equalizzato non permetteva una selezione omogenea dei candidati, rendendo il criterio di valutazione inadeguato.

Tuttavia, il Consiglio di Stato ha ribaltato questa visione, affermando che il coefficiente di equalizzazione rappresenta un elemento essenziale per garantire equilibrio tra i partecipanti.

Test di medicina del 2023 sono validi: lo dice il Consiglio di Stato

I giudici hanno sottolineato che il sistema si basa su un modello statistico solido, in grado di misurare la difficoltà di ciascun quesito in maniera precisa.

La sentenza del Consiglio di Stato evidenzia che il modello scientifico alla base dell’equalizzazione è stato sviluppato per assicurare che le prove siano ripetibili e comparabili, garantendo una competizione equa. Il sistema è costruito su una banca dati di 1.700 quesiti, e il coefficiente di equalizzazione permette di tenere conto delle differenze di difficoltà tra le varie prove somministrate ai candidati.

In sostanza, l’obiettivo di questo metodo è assicurare che tutti i partecipanti affrontino il test in condizioni di parità, nonostante le possibili variazioni nei quesiti proposti. Questo permette una valutazione che riflette con maggiore precisione il merito di ciascun candidato, riducendo l’impatto di eventuali differenze nella difficoltà delle domande.

Inoltre, la pronuncia del Consiglio di Stato consolida il diritto degli studenti che hanno ottenuto un punteggio utile nel 2023 a rientrare nelle graduatorie per l’anno accademico 2024/2025, come previsto dal bando originale.

Il ministro Anna Maria Bernini aveva sostenuto tale decisione, poi approvata dal legislatore, fornendo una soluzione chiara per gli aspiranti medici in attesa di una risposta definitiva sul loro futuro accademico.

Il Ministero dell’Università e della Ricerca (Mur) ha pertanto accolto la sentenza come una conferma della correttezza delle procedure adottate per il concorso. Secondo il Ministero, questa decisione ribadisce la piena legittimità dell’operato istituzionale, garantendo che le procedure si siano svolte nel rispetto della legalità e siano quindi pienamente valide.

Con questa sentenza, si chiude un capitolo di incertezza per migliaia di studenti e si ribadisce l’importanza di un sistema di valutazione basato su criteri scientifici e trasparenti.