protestaI sindacati avviano una mobilitazione contro la legge Fornero. Il tema non è più rinviabile e desta sconcerto il silenzio assordante del Governo e del Presidente del Consiglio Matteo Renzi che ha cancellato dall’agenda politica il tema di una revisione dell’età pensionabile. Così scrivono in una circolare unitaria inviata a tutte le strutture, i Segretari Generali di Cgil, Cisl e Uil, Camusso, Furlan e Barbagallo. In assenza di qualunque confronto sul tema delle pensioni,  i sindacati ritengono necessario rilanciare l’iniziativa di mobilitazione, con manifestazioni territoriali da tenersi il 2 aprile prossimo.

 

Il capitolo, che doveva entrare nella legge di stabilita’ per il 2016, è stato dapprima rinviato agli inizi del 2016 poi è definitivamente sparito dall’agenda di governo nonostante le varie promesse del Premier fatte alla fine del 2015. “Il Governo non ha inteso finora aprire un confronto sul tema pensioni”, sottolineano i leader di Cgil Cisl e Uil nonostante con due risoluzioni il Parlamento lo scorso anno ha chiesto formalmente all’esecutivo di rivedere la Legge Fornero. Non sono bastate neanche le recenti prese di posizione del Presidente dell’Inps, Tito Boeri, che seppur non del tutto condivisibili, spingono verso l’introduzione di maggiore flessibilità in uscita.

 

«Anzi, ad aggravare il quadro, è partito un attacco anche alle pensioni di reversibilità e prosegue una discussione che, in assenza di una proposta governativa, continua ad aver al centro l’obiettivo di scaricare il costo di qualunque modifica per intero sui lavoratori. Ciò nel mentre i problemi diventano sempre più acuti sia sul versante dell’occupazione giovanile che su quello della condizione di lavoro di chi svolge occupazioni pesanti e faticose, di chi è precoce, di chi il lavoro lo perde e rimane privo di reddito». I Segretari Generali di Cgil, Cisl e Uil  aggiungono che «la piattaforma unitaria chiede modifiche sostanziali al sistema previdenziale così come delineato per ultimo dalla manovra Fornero e pone il problema sia delle pensioni future dei giovani e delle donne, per i quali è necessario ricostruire un quadro di solidarietà, sia dei lavoratori prossimi al pensionamento che hanno bisogno di vedersi riconosciute flessibilità in uscita e pensione anticipata a 41 anni di contributi senza aggancio automatico all’attesa di vita».

 

“Non è più rinviabile – si legge, tra l’altro, nel comunicato sindacale – una discussione di merito sulla flessibilità in uscita e sull’insieme dei problemi aperti (il completamento delle salvaguardie degli esodati,  le ricongiunzioni onerose, le questioni dei lavori precoci, di quelli usuranti, delle donne, la quota 96 della scuola, i requisiti per i macchinisti) e, soprattutto, delle future pensioni dei giovani”.

 

«Negli attivi del 17 dicembre che hanno visto la straordinaria mobilitazione di migliaia di delegati a Torino, Firenze e Bari- concludono Camusso, Furlan e Barbagallo- abbiamo assunto l’impegno dell’apertura di una vera e propria vertenza che costruisca le condizioni per raggiungere i risultati che auspichiamo. Oggi, in assenza di qualunque confronto, riteniamo necessario rilanciare l’iniziativa di mobilitazione, con manifestazioni territoriali da tenersi il 2 aprile prossimo. Vi chiediamo pertanto il massimo impegno per costruire una giornata di lotta con manifestazioni territoriali che diano visibilità alla vertenza in tutto il Paese».