caregiving480-blogSpanLa leva delle detrazioni fiscali potrebbe essere utilizzata per ridurre l’ammontare delle rate soprattutto per le categorie più deboli, tra cui i caregiver. Prestito pensionistico agevolato anche per chi assiste familiari con disabilità. I cd. caregiver. E’ l’ipotesi che è circolata questa settimana nell’incontro governo-sindacati sulla flessibilità in uscita. Due le direttrici di intervento abbozzate per i prossimi incontri. Da un lato l’introduzione di una contribuzione figurativa per chi assiste familiari con invalidità totale in modo di far guadagnare più rapidamente i requisiti per il pensionamento; dall’altro l’assegnazione, anche a questa categoria di lavoratori, di apposite detrazioni fiscali che interverranno per ridurre la decurtazione del­l’assegno, erogato tramite le banche (il cd. Ape) ai redditi più bassi.

 

Chi assiste parenti con disabilità potrebbe dunque godere di una uscita anticipata dal 2017 di tre anni sulla pensione di vecchiaia ed ottenere un assegno senza decurtazioni grazie alla leva fiscale che compenserà, in sostanza, la restituzione della rata. La decurtazione si dovrebbe, infatti, azzerare o ridurre al minimo per una particolare fascia di lavoratori a basso reddito: di­soccupati senza speranza di ritrovare un impiego, lavora­tori impiegati in lavori pesanti e anche per soggetti coinvolti in lavoro di cura familiare. In questi casi la detrazione fisca­le andrebbe a compen­sare l’intero importo della ra­ta.

 

Il problema per chi assiste familiari con disabilità si è fatto particolarmente sensibile dopo il 2011 con il forte allungamento dell’età pensionabile. Chi ha in casa un invalido non autosufficiente conosce bene l’impossibilità di conciliare le esigenze di accudimento continuo e costante del malato con le proprie esigenze lavorative. Questa situazione era stata in parte attutita con la quarta esesta salvaguardia che ha spedito in pensione con le vecchie regole circa 5mila lavoratori che nel 2011 avevano in cura parenti con disabilità. Ma poi non è stata più riproposta con la settima salvaguardia. Il confronto Governo sindacati ora potrebbe rilanciare l’introduzione di specifici benefici previdenziali per questi lavoratori. Magra infatti la tutela previdenziale offerta dall’attuale ordinamento. Se si eccettua il beneficio di cui all’articolo 1, comma 40, lettera b) della legge 335/1995 che consente, per i lavoratori che ricadono nel contributivo puro, di coprire figurativamente fino a 2 anni le assenze dal lavoro per assistere figli, coniuge e genitore conviventi ed in condizione di disabilità grave o la copertura figurativa dei permessi di assistenza cui alla legge 104/1992 si può affermare che il caregiver è stato completamente dimenticato dal legislatore.

 

Si vedrà cosa partorirà il confronto nei prossimi giorni. L’agevolazione dei requisiti per il pensionamento per i caregiver potrebbe avvenire anche con l’abbinamento di altre misure. Si pensi al riscatto dei periodi non lavorati o di studio con oneri parzialmente coperti dallo stato grazie, ancora una volta, al fattore fiscale.