La Corte costituzionale con una recente sentenza ha esaminato le questioni di costituzionalità sollevate dai Tribunali di Bari e di Roma.
Licenziamento senza valido motivo: la Consulta interviene sull’argomento con una recentissima Sentenza, in attesa di deposito.
La Corte costituzionale ha esaminato infatti le questioni di costituzionalità sollevate dai Tribunali di Bari e di Roma. In particolare si tratta dei criteri di determinazione dell’indennità da corrispondere nel caso di licenziamento viziato solo dal punto di vista formale e procedurale.
Ecco i dettagli della pronuncia.
Licenziamento senza motivo, il parere della Consulta
In attesa del deposito della sentenza, l’Ufficio stampa della Corte fa sapere che è stato dichiarato incostituzionale l’inciso:
“di importo pari a una mensilità dell’ultima retribuzione di riferimento per il calcolo del trattamento di fine rapporto per ogni anno di servizio”,
in quanto fissa un criterio rigido e automatico, legato al solo elemento dell’anzianità di servizio.
Le motivazioni della sentenza saranno depositate nelle prossime settimane.
L’inciso al centro della vicenda è incluso nella normativa stilata dal cosiddetto Jobs Act, inserito in normativa dal d.lgs. n. 23 del 2015.
Questo Decreto, ricordiamo, prevede una maggior flessibilità in tema di licenziamento: i lavoratori possono essere licenziati per motivi
- sia economici (giustificato motivo oggettivo, che tendenzialmente significa ristrutturazione aziendale),
- sia disciplinari (giusta causa e giustificato motivo soggettivo, ossia per colpa del lavoratore).
Tuttavia nella normativa è già inclusa la disposizione del reintegro nel posto di lavoro che resta in tutti i casi di licenziamento discriminatorio e in alcuni casi di licenziamento per motivi disciplinari.
Adesso, tuttavia, la Consulta definisce ancora meglio questi parametri e li cirscoscrive ulteriormente. Maggiori informazioni saranno disponibili dopo la pubblicazione completa della Sentenza.
Si fa presente infine che di recente la stessa Unione Europea si è pronunciata in modo duro contro il Jobs Act.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it