disavanzoTerminato l’incontro tra sindacati e Governo relativamente al rinnovo dei contratti della pubblica amministrazione L’obiettivo del Ministro è stato di raggiungere un accordo dando il via allo sblocco della contrattazione.

 

Ricordiamo che già precedentemente si era parlato di aumenti in busta paga ai dipendenti statali (ne abbiamo parlato in questo articolo).

 

Si tratta di 85 euro di aumento medio, con una maggiore attenzione e maggiore sostegno a i redditi più bassi, a chi ha sofferto maggiormente la crisi e il blocco contrattuale, in sintesi. Sui dirigenti il ministro ha spiegato che il governo si sta “occupando di un segmento di personale, quello dei dirigenti, che va valorizzato, dove c’è bisogno di premiare”.

 

In particolare il bonus è previsto per chi ha un reddito lordo all’anno da 8.001 a 26mila proveniente da lavoro dipendente e alcune categorie assimilate al lavoro dipendente. Il bonus annuale è pari a 960 euro l’anno (80 euro moltiplicato per i 12 mesi) per le fasce di reddito da 8.001 a 24mila e diminuisce  gradualmente fino ad azzerarsi per coloro che rientrano tra i 24.001 e i 26mila euro lordi l’anno.

 

L’aumento contrattuale di 85 euro sarebbe quello medio, ma ci sarebbero aumenti diversificati per qualifiche e per fasce. Le parti, nella contrattazione, valorizzeranno i “livelli retributivi che maggiormente hanno sofferto la crisi economica e il blocco della contrattazione”. La logica è quella della piramide rovesciata, per cui si favorisce chi ha di meno. Non a caso si parla di aumenti “non inferiori a 85 euro mensili medi” e di “riduzione della forbice” retributiva, senza “penalizzazioni indirette” per i beneficiari del bonus Irpef.

 

L’aumento, infine, sarà erogato a regime, cioé alla fine del triennio. Quindi, circa 28 euro in più ogni anno.

 

La sovrapposizione tra l’aumento contrattuale e il bonus Irpef, specifica Madia, riguarda una platea “non superiore ai 200 mila” dipendenti. Le parti quindi garantiscono che nulla andrà perso, anzi la ministra parla di “un effetto domino a favore della redistribuzione del reddito”

 

Il bonus di 80 euro viene erogato per intero con reddito annuo imponibile entro i 24.000 euro. Un eventuale aumento degli stipendi ha conseguenze su pensione e Tfr, il bonus di 80 euro no.

 

Un altro punto riguarda la linea tenuta dal governo sulle risorse pubbliche. Secondo quanto si apprende, c’è anche l’impegno a incrementare queste risorse per garantire gli aumenti medi di 85 euro.

 

Il governo “si è impegnato per un totale di 5 mld di euro nell’arco di un triennio 2016-2018” per i rinnovi contrattuali dei 4 comparti della Pa. E’ la dichiarazione del segretario generale della Cgil Susanna Camusso al termine dell’incontro.

 

Strizzano l’occhio alle famiglie anche il bonus «mamme domani», che per il 2017 riconosce un contributo di 800 euro alle donne al settimo mese di gravidanza, e quello per gli asili nido, 1.000 euro sempre per il 2017.