riscossione, imprese, guide, regime dei minimiCon la sentenza 70 del 10 marzo 2015, depositata il 30 aprile 2015, la Corte Costituzionale ha riconosciuto l’illegittimità del blocco dell’adeguamento delle pensioni per gli assegni pensionistici superiori a tre volte il trattamento minimo Inps.

 

L’articolo 24, comma 25 del decreto legislativo 201/2011 è stato riconosciuto illegittimo nella parte in cui prevede che “in considerazione della contingente situazione finanziaria, la rivalutazione automatica dei trattamenti pensionistici, secondo il meccanismo stabilito dall’art. 34, comma 1, della L. 23/12/1998, n. 448, è riconosciuta, per gli anni 2012 e 2013 esclusivamente ai trattamenti pensionistici di importo complessivo fino a tre volte il trattamento minimo INPS nella misura del 100%”.

 

Sono stati violati, secondo i giudici, i parametri che permettono di conservare il valore reale della pensione nel tempo a causa della mancata rivalutazione vanificando le aspettative del lavoratore.

 

La sentenza non produce alcun effetto sull’assegno pensionistico di chi aveva prestazioni inferiori a tre volte il trattamento minimo poiché questi assegni sono sempre stati indicizzati pienamente rispetto all’aumento del costo della vita nel biennio 2012-2013.

 

Per quanto riguarda le pensioni superiori  applicando la sentenza della Corte, per le pensioni di importo compreso tra 3 e 5 volte il minimo INPS spetterebbe un incremento del 90% della percentuale prevista (2,6% per il 2012 e 3% per il 2013), mentre per le pensioni di importo oltre 5 volte il minimo INPS spetterebbe un incremento del 75% della percentuale prevista (2,6% per il 2012 e 3% per il 2013).

 

Di quanto aumenterebbe l’assegno?

 

Per chi percepisce un assegno pensionistico di circa 1500 euro la pensione si arricchirebbe di circa 1000 euro l’anno, per chi ha prestazioni che superano di 6/7 volte il trattamento minimo dell’Inps, pensioni oltre i 3000 euro quindi, dovranno essere riconosciuti oltre 2000 euro l’anno al lordo delle ritenute fiscali.

 

L’aumento dell’assegno pensionistico, che aumenterebbe il potere di acquisto dei pensionati, sarebbe permanente. Questi gli effetti principali della sentenza della Corte Costituzionale che sblocca finalmente l’adeguamento delle pensioni per il biennio 2012/2013 per le pensioni che superano  di oltre 3 volte il minimo previsto dall’Inps (si parla di tutte le pensioni superiori ai 1.404 euro per il 2012 e di tutte quelle che superano i 1.444 euro per il 2013).

 

Non basta: ai pensionati oltre ad essere riconosciuto l’adeguamento dell’assegno pensionistico dovranno essere corrisposti anche gli arretrati della mancata rivalutazione durante il periodo 2012/2015.

 

Per una pensione di 1600 euro il recupero mensile lordo ammonta a 42,68 euro per il 2012 (554,84 euro annui), di 91,36 euro mensili per il 2013 (1.187,68 euro l’anno), a 92,31 euro mensili per il 2014 (1.200,09 euro l’anno) e a 92,58 euro mensili per il 2015 (1.203,51 euro l’anno). Una pensione che nel 2011, quindi, ammontava a 1600 euro nel 2015 ammonterebbe a 1.713,91 euro. Il totale degli arretrati corrisposti per una pensione di 1600 euro sarebbero di 4.146,12 euro totali per il quadriennio 2012/2015.

 

Ovviamente con il crescere dell’assegno pensionistico, visto che nell’esempio di è preso in considerazione un assegno di 3 o 4 volte superiore il trattamento minimo Inps, cresce anche il recupero totale da corrispondere ai pensionati.