legge-bilancio-2019-web-taxDiverse le novità contenute nel testo definitivo della Legge di Bilancio 2019. Tra queste spicca la cosiddetta Web Tax, vediamo che cos’è e chi colpirà.


Dopo un iter con non pochi problemi, dall’interno dell’esecutivo e dall’Ue, il 31 dicembre è stato approvato il testo definitivo della Legge di Bilancio 2019.

 

La Camera dei Deputati ha dato il via libera definitivo, grazie all’accordo con l’Europa per evitare la procedura di infrazione. Diverse le novità, tra cui la cosiddetta Web Tax, l’imposta sui servizi digitali.

 

La Web Tax è un’imposta del 3% applicata sui servizi digitali, dal commercio alla vendita di dati alla pubblicità online.

 

La nuova tassa riguarderà le imprese con oltre 750 milioni di fatturato di cui 5,5 milioni almeno prodotti online. La Web Tax colpisce non solo colossi come Google e Amazon ma tutte le vendite online, la pubblicità, la trasmissione dati e le piattaforme digitali, quindi anche le imprese editoriali.

 

La nuova imposta sui servizi digitali sostituisce la precedente tassa sulle transazioni digitali introdotta con la Legge di Bilancio 2018 dal Governo Gentiloni, mai diventata operativa.

 

Questa era nata con l’obiettivo di contrastare l’azione dei grandi colossi dell’industria digitale accusati di sfuggire alle regole di tassazione italiane secondo i tradizionali criteri di imposizione che richiedono la presenza fisica di un’impresa sul territorio.

 

Chi colpirà la tassa

 

Come si legge nel testo della legge, sono soggetti passivi dell’imposta sui servizi digitali i soggetti esercenti attività d’impresa che, singolarmente o a livello di gruppo, nel corso di un anno solare, realizzano:

 

  • un ammontare complessivo di ricavi non inferiore a euro 750.000.000;
  • un ammontare di ricavi derivanti da prodotti online realizzati nel territorio dello Stato non inferiore a euro 5.500.000.

 

 

Quali sono i servizi interessati dalla tassa?

 

  1. Veicolazione di pubblicità mirata su piattaforma digitale o dispositivi multimediali;
  2. messa a disposizione di un’interfaccia digitale multilaterale che consente agli utenti di interagire tra loro e facilitare la fornitura diretta di beni o servizi;
  3. trasmissione di dati raccolti da utenti e generati dall’utilizzo di un’interfaccia digitale.

 

 

La Web Tax era stata pensata per imporre una tassazione ai giganti del web, come Google, Facebook, Amazon, che operano nel nostro Paese producendo reddito, ma senza pagare un’adeguata tassazione.

 

Saranno soggetti alla nuova imposta invece, a meno di cambiamenti, non solo i giganti dell’industria digitale ma anche tutti quei soggetti prestatori di servizi multimediali in genere che superino i limiti di fatturato previsti dalla norma.