contenzioso-tributarioIn flessione i motivi di contestazione tra contribuente e Fisco. A parlare chiaro sono i dati del rapporto trimestrale sul contenzioso tributario, relativi al periodo ottobre/dicembre 2015, pubblicati sul sito del dipartimento delle Finanze.

 

In particolare, nei mesi osservati, i ricorsi presso le Commissioni tributarie provinciali e regionali, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, sono scesi, complessivamente, di circa 8 punti percentuali (-5.342). Per essere ancora più precisi, le contestazioni diminuiscono dell’11,94% in primo grado, mentre salgono del 4,92% in secondo. Il dettaglio dei numeri ci dice che 45.705 sono stati i ricorsi alle Ctp e 18.311 quelli presso le Ctr.

 

Praticamente identico, nello stesso periodo, il calo tendenziale dei giudizi conclusi definitivamente: le pronunce sono state 80.472, il 7,71% in meno rispetto al 2014. Anche in questo caso, segni divergenti tra primo e secondo grado: giù del 10% i ricorsi definiti dalle Commissioni tributarie provinciali, su di 3 punti le decisioni delle Ctr, 64.630 i primi, 15.842 i secondi.

 

Il rapporto analizza, poi, le pronunce anche in base ai tipi di giudizi espressi. Nell’ultimo trimestre del 2015, i giudici tributari hanno dato ragione alla parte pubblica nel 50% circa dei procedimenti. Esaminando da vicino i numeri emerge che le sentenze di primo grado completamente favorevoli all’ente impositore sono state il 44,85% del totale, per un valore complessivo pari a 3.060,88 milioni di euro (il 41,31% del valore complessivo dei ricorsi definiti nel periodo in osservazione). Dalla parte dei contribuenti, invece, nel 32,21% dei procedimenti, che si traducono in 2.340,69 milioni di euro (il 31,59% del valore complessivo dei ricorsi).

 

La “partita” è finita con il pareggio nell’11,19% dei casi. Gli appelli conclusi a favore dell’ente impositore sono stati il 45,35% del totale, per un valore pari a 1.264,06 milioni di euro. Infine, trend in discesa confermato fino al 31 dicembre 2015, quando sono 530.884 i ricorsi ancora in discussione: la flessione è del 7,24% (-41.412) rispetto al 31 dicembre 2014. Un andamento positivo iniziato già da giugno 2012.