Giovedì 13 febbraio il Parlamento, riunito in seduta comune, ha eletto i quattro giudici costituzionali che mancavano per restituire la Consulta alla sua composizione completa, stabilita dall’art. 135 della Costituzione in quindici membri. La riflessione di Fabio Ascenzi.
Dopo un’impasse durata diversi mesi, si chiude così una vicenda che stava mettendo a serio rischio lo stesso funzionamento della Corte in un momento alquanto delicato.
Si pensi solo all’importante scadenza per la pronuncia sull’ammissibilità dei referendum, che infatti è stata assunta nell’ultimo giorno utile e con la presenza di solo undici giudici, ossia proprio il numero limite per il cosiddetto quorum funzionale, come normato dall’art. 16 della legge n. 87/1953.
Una situazione che aveva indotto il Presidente della Repubblica a svolgere numerosi moniti, fino a denunciare come questo ritardo costituisse «un vulnus alla Costituzione compiuto dal Parlamento».
Chi sono i nuovi giudici costituzionali
Ora, dopo ben diciannove votazioni svolte senza successo, il Parlamento è riuscito a superare la maggioranza dei due terzi necessaria al raggiungimento del quorum, corrispondente a un minimo di 403 voti sul totale di 605 parlamentari attualmente in carica.
La scelta di deputati e senatori è ricaduta su Massimo Luciani (505 voti), Roberto Cassinelli (503 voti), Maria Alessandra Sandulli (502 voti) e Francesco Saverio Marini (500 voti).
Ribadita la necessaria indipendenza dei giudici della Consulta, è noto che le designazioni di spettanza parlamentare ricadano per lo più su figure cosiddette di area. Motivo per cui si rende necessario un ampio e trasversale accordo politico. E neppure questa volta ci si è discostati dalla prassi.
Infatti tre nomine hanno una più chiara connotazione politica: Massimo Luciani, giurista e professore emerito di Diritto pubblico dell’Università La Sapienza di Roma, è stato sostenuto dalle opposizioni e in particolare dal Partito Democratico; Roberto Cassinelli è un avvocato civilista ed ex parlamentare di Forza Italia; Francesco Saverio Marini, professore di Diritto pubblico all’Università di Roma Tor Vergata, sostenuto da Fratelli d’Italia, ricopriva la carica di consigliere giuridico della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
Il quarto nome, invece, è quello di Maria Alessandra Sandulli, giurista e docente ordinaria a Roma Tre; scelta tecnicaindividuata di comune accordo tra maggioranza e opposizioni.
Il giuramento e l’entrata in carica
Ci sono voluti quindi ben 460 giorni affinché la Corte costituzionale ritrovasse formalmente il suo plenum; tanto, infatti, è passato da quando era terminato l’incarico per la giudice Silvana Sciarra (11 novembre del 2023), seguita poi dal Presidente Augusto Barbera e dai giudici Franco Modugno e Giulio Prosperetti, i cui incarichi sono cessati lo scorso 21 dicembre.
L’ultimo adempimento si attende per i prossimi giorni, quando i quattro nuovi giudici arriveranno al Quirinale per prestare giuramento dinanzi al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Sarà questa la data in cui entreranno ufficialmente in carica e dalla quale cominceranno a decorrere i nove anni previsti per il mandato.