Sebbene in calo rispetto a dicembre, su base annua lieve aumento per le esportazioni italiane (+0,9% nei dati destagionalizzati), secondo solo alla Germania (+3,7%) e in controtendenza rispetto a Francia (-0,8%) e Regno Unito (-2,8%)

Nonostante il calo registrato rispetto al mese di dicembre (-1,5% nei dati destagionalizzati), l’export italiano su base annua registra performance seconde solo a quelle della Germania a livello europeo, in controtendenza rispetto a competitor come Francia (-0,8%) e Regno Unito (-2,8%).

“Finora le imprese hanno compresso i margini di prezzo per tenere sui mercati Extra-UE, ma a fronte di un costante apprezzamento dell’euro, arrivato recentemente a sfiorare quota 0,40, le imprese trovano grandi difficoltà ad incrementare le vendite sui mercati esteri. Il protrarsi di questa situazione, pur in presenza di ulteriori recuperi di produttività, può rischiare infatti di compromettere nel lungo periodo l’elemento che ad oggi contribuisce in maniera positiva all’andamento del PIL, ovvero la domanda estera netta, tornata in territorio positivo nell’ultimo trimestre 2013 (+0,3%)”, sottolinea Gaetano Fausto EspositoSegretario Generale di Assocamerestero, commentando i dati Istat sul commercio estero diffusi oggi.

A livello di saldo della bilancia commerciale, il surplus nei dati destagionalizzati raggiunge a gennaio il valore di circa 3,7 miliardi di euro (+1,8 miliardi rispetto al 2012), di cui il 70% dovuto ai mercati Extra-UE.

Inoltre, cresce la quota dell’export italiano destinato ai Paesi al di fuori dell’Unione, passata in un mese dal 45,7% di dicembre 2013 all’attuale 46,3%. Tra i settori che a gennaio più contribuiscono a questi risultati, oltre al “nuovo” Made in Italy, ovvero la meccanica (con una quota del 22,3% sull’export in Extra-UE), si riaffaccia il Made in Italy “storico”: il tessile-abbigliamento-calzature (14,0%).

Per quanto riguarda i Paesi, a fronte di una riduzione in quota di Paesi come la Svizzera (-0,6 punti percentuali rispetto a dicembre), cresce il peso di Aree come l’Africa settentrionale e i Paesi OPEC (entrambi con +0,4 punti percentuali) e guadagna terreno anche la Cina (+0,2).

Fonte: Elaborazioni Assocamerestero su dati Istat e fonti statistiche nazionali

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