Un’auto è stata inghiottita da una voragine improvvisa che si è aperta nel manto stradale a causa dell’ondata di maltempo: ecco quanto è accaduto ed il video della tragedia sfiorata.
Questo episodio si inserisce in un contesto di crescente degrado delle infrastrutture urbane, una condizione che i cittadini denunciano da anni. Le strade delle cittadine calabresi sono spesso caratterizzate da rifiuti, buche, asfalto danneggiato e, in alcuni casi, vere e proprie voragini come quella che ha inghiottito l’auto. Le forti piogge hanno ulteriormente aggravato una situazione già precaria.
Ecco i dettagli di quanto è accaduto.
Maltempo in Calabria: voragine inghiotte auto [VIDEO]
Le forti piogge degli ultimi giorni sono sospettate di essere la causa principale del cedimento del terreno, che ha portato alla formazione di un buco dal diametro di circa un metro e profondo almeno 50 centimetri. Tuttavia, un’altra ipotesi avanzata riguarda la possibile rottura di una conduttura idrica sotterranea, che potrebbe aver compromesso la stabilità della strada nel tempo.
L’incidente, che ha fortunatamente risparmiato i passeggeri del veicolo, è avvenuto sulla statale 280, vicino il centro commerciale di Lamezia Terme che è completamente allagato.
Sul luogo dell’incidente sono intervenute rapidamente le squadre di Anas e le forze dell’ordine per gestire la situazione, garantendo la sicurezza e organizzando la deviazione del traffico. I tecnici stanno lavorando al ripristino della strada, nella speranza di riportare la viabilità alla normalità il prima possibile.
Qui di seguito il video dell’accaduto che sui social sta diventando virale.
Crolli e allagamenti: emergenza maltempo anche a San Pietro a Maida (CZ)
Nel frattempo, il maltempo sta colpendo duramente anche altre zone della Calabria. A San Pietro a Maida, in provincia di Catanzaro, una casa disabitata è crollata a causa delle violente piogge delle ultime ore. Il sindaco, Domenico Giampà, ha comunicato che il comune è rimasto isolato a causa dell’inaccessibilità delle strade e ha annunciato l’intenzione di chiedere lo stato di calamità naturale.
Le forti precipitazioni hanno causato smottamenti, frane e l’esondazione del torrente Nocelle, con conseguenti allagamenti in diverse abitazioni. Nonostante i danni, non si registrano feriti. Molti cittadini si sono mobilitati con mezzi agricoli per rimuovere il fango e offrire aiuto in attesa di un intervento più strutturato da parte dei soccorsi.
“La situazione è critica, ma fortunatamente al momento non ci sono feriti“, ha dichiarato il sindaco Giampà. “Stiamo lavorando per contenere i danni, ma il maltempo non dà tregua.”
Il Sud Italia in ginocchio: dissesto idrogeologico e maltempo
La fragilità del territorio calabrese, così come di gran parte del Sud Italia (emblematico anche quanto accaduto sabato a Catania in Sicilia, dove la città è stata sommersa dall’acqua in diverse zone), è un problema strutturale di lunga data, che viene amplificato dall’aumento di eventi climatici estremi. La regione è tra le più soggette al dissesto idrogeologico in Italia, caratterizzata da una morfologia montuosa e collinare che la rende particolarmente esposta a frane, smottamenti e alluvioni. Secondo i dati ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), oltre il 90% dei comuni calabresi si trova in zone a rischio idrogeologico. Questo significa che il territorio vive costantemente in bilico tra stabilità e crollo.
Il dissesto idrogeologico non è un fenomeno improvviso, ma il risultato di decenni di incuria, cattiva gestione del territorio e mancanza di interventi preventivi. Le piogge torrenziali e gli eventi meteo estremi, che stanno diventando sempre più frequenti a causa dei cambiamenti climatici, accentuano questa situazione critica, mettendo a nudo l’incapacità delle infrastrutture locali di far fronte a emergenze di questo tipo.
Le strade, i ponti e gli edifici non reggono l’impatto delle precipitazioni intense, causando danni spesso irreparabili. In molte aree, come evidenziato sia dal video dell’auto inghiottita dalla voragine sulla statale e sia dal crollo di abitazioni a San Pietro a Maida, il rischio idrogeologico è aggravato dalla scarsa manutenzione delle opere di protezione e dalla costruzione in zone non idonee. Inoltre, la deforestazione, l’abbandono dei terreni agricoli e la cementificazione selvaggia, spesso senza un adeguato controllo, hanno ridotto la capacità del suolo di assorbire l’acqua piovana, facilitando frane e inondazioni.
Un problema di prevenzione e pianificazione
Nonostante la consapevolezza diffusa del rischio, le misure di prevenzione restano insufficienti. I piani di prevenzione del dissesto idrogeologico esistono, ma spesso sono scarsamente finanziati o mal gestiti. I fondi destinati alla messa in sicurezza del territorio non riescono a soddisfare le reali necessità, mentre le emergenze vengono affrontate in modo reattivo e non preventivo. È comune assistere a interventi post-disastro, piuttosto che a piani strategici mirati a evitare tragedie.
Le istituzioni locali e nazionali si trovano di fronte a un compito arduo: gestire l’emergenza immediata e, contemporaneamente, implementare progetti di lungo termine per il consolidamento del territorio. Tuttavia, il coordinamento tra i vari livelli amministrativi è spesso frammentario e inefficace, rallentando gli interventi e aumentando il rischio di nuovi disastri.
I cittadini, che da anni denunciano la precarietà delle infrastrutture e la mancanza di interventi adeguati, sono esasperati. La sensazione comune è che la loro sicurezza venga messa in secondo piano rispetto ad altre priorità politiche ed economiche. Eppure, la messa in sicurezza del territorio dovrebbe essere una delle questioni centrali per il futuro del Sud Italia, dove l’equilibrio tra urbanizzazione, agricoltura e ambiente naturale è ormai gravemente compromesso.
Un futuro incerto senza interventi immediati
In mancanza di interventi efficaci, il rischio è che la situazione diventi insostenibile. Le continue piogge, associate alla debolezza delle infrastrutture, potrebbero causare ulteriori crolli e frane, con conseguenze devastanti per la popolazione locale. È necessario un cambiamento radicale nell’approccio alla gestione del territorio, che privilegi la prevenzione e la sostenibilità ambientale rispetto alle soluzioni emergenziali e temporanee.
Il dissesto idrogeologico non è solo una questione ambientale, ma anche sociale ed economica. La sicurezza delle persone e la protezione delle attività produttive dipendono da un territorio stabile e protetto. Se la Calabria, come altre aree del Sud, non riceverà l’attenzione che merita, i rischi per la popolazione e per l’economia locale continueranno ad aumentare.