Il nuovo decreto legge pone il divieto sulla carne artificiale, prevedendo multe da 10mila a 60mila euro per i trasgressori: ma il dibattito si infiamma e politica e associazioni si scontrano sul tema.
Il 16 novembre 2023, la Camera ha approva il Ddl sulla carne artificiale.
In particolare le “Disposizioni in materia di divieto di produzione e d’immissione sul mercato di alimenti e mangimi costituiti, isolati o prodotti a partire da colture cellulari o di tessuti derivanti da animali vertebrati, nonché di divieto della denominazione di carne con prodotti trasformati contenenti proteine vegetali”.
La misura era considerata tra le battaglie più importanti del Ministero dell’agricoltura e della sovranità alimentare di Lollobrigida: scopriamo dunque quali sono tutte le novità.
Divieto carne artificiale: cosa dice la legge
La Camera ha approvato con 159 voti favorevoli, 53 contrari e 34 astenuti il disegno di legge che introduce il divieto di produzione e commercializzazione della carne sintetica.
Il disegno di legge sanziona con una multa da 10mila a 60mila euro (oppure fino al 10% del fatturato totale annuo, realizzato nell’esercizio precedente a quello della violazione, ma comunque entro un massimo di 150mila euro) chi produce o commercia alimenti e mangimi prodotti a partire da colture cellulari o da tessuti derivanti da animali vertebrati.
Il Ministro Lollobrigida si è detto soddisfatto della votazione:
“Questo cibo attualmente non è consentito in Europa e non è stato testato e sperimentato adeguatamente. Siamo ottimisti sul fatto che l’Unione respingerà la possibilità di produrlo, importarlo e commercializzarlo. Il Parlamento europeo attualmente ha respinto con i voti trasversali dei parlamentari Ue qualsiasi emendamento che aprisse a queste procedure”.
L’Italia, per ora, è l’unico Paese in Europa a introdurre questa misura. Ci sono, però, dei dubbi negli uffici del Quirinale, che avrebbero già messo in guardia circa i rischi di una possibile procedura d’infrazione da parte dell’Unione Europea.
Bisognerà capire se la decisione entrerà in contrasto col diritto internazionale e le regole europee con un divieto “preventivo”, ovvero introdotto prima che la produzione venga avviata in Europa.
Si accende lo scontro tra politica e associazioni
La decisione ha inoltre creato malumori e fatto esplodere il caso mediatico, con la parte politiche e le associazioni di categoria che si sono “dichiarate guerra”.
E la tensione non è rimasta solo confinata nelle aule parlamentari, anzi.
Gli agricoltori di Coldiretti erano in presidio davanti alla sede del Governo a sostegno del provvedimento, con in prima fila il presidente bresciano Ettore Prandini, ex presidente di Coldiretti Lombardia e profondo consocitore della Valtellina.
Dall’altra parte, i deputati di Più Europa, Riccardo Magi e Benedetto Della Vedova, che con cartelli con scritto “Coltivate ignoranza” manifestavano il loro dissenso. Poi lo scontro: nel video qui di seguito, diffuso da Fanpage, le fasi concitate dello scontro avvenuto tra Magi, Della Vedova e Prandini, con insulti vari e parti in causa che sono venute quasi alle mani. Solo l’intervento delle forze dell’ordine ha placato gli animi.
Ma non finisce qui: questa “rissa” adesso finisce al vaglio della Procura della Repubblica di Roma.
Il Codacons ha infatti presentato questa mattina formale esposto chiedendo alla magistratura di “predisporre tutti i controlli necessari per accertare la possibilità del configurarsi di fattispecie di illecito civile, amministrativo e penale quali i reati di abuso d’ufficio e Istigazione a disobbedire alle leggi e ogni fattispecie criminosa che venisse individuata”.
Carne sintetica: le posizioni a favore
Nonostante la linea del Governo, come abbiamo visto, non mancano le posizioni a favore della nuova carne “coltivata”.
La segretaria del Partito Democratico Elly Schlein e buona parte dell’opposizione hanno espresso giudizi netti contro la legge che introduce il divieto di produzione, sostenendo che quella contro la carne e i “cibi coltivati” è solo «una crociata ideologica della destra».
Inoltre, secondo enti di ricerca come la Fondazione Veronesi, sostiene che la definizione “carne sintetica” tende a snaturare la vera origine di questa carne. Per sintetico, infatti, si intende qualcosa che è risultato da una sintesi che avviene al di fuori di un organismo vivente. Attualmente la carne coltivata è un prodotto che nasce a partire da cellule animali che vengono prelevate tramite una biopsia e fatte crescere su un terreno, una soluzione, ricco di nutrienti.
Lo strumento che si è dimostrato utile ai fini del raggiungimento di questo scopo è il bioreattore. Un nome che, anche in questo caso spaventa ma che è stato in realtà già impiegato nella produzione di altri alimenti come birra e yogurt. Lo scopo di questo strumento è di mantenere una temperatura controllata e utile a mantenere in vita le cellule e di rifornirle di nutrienti.
Dal punto di vista della sicurezza alimentare, il consumo di carne coltivata non rappresenta un rischio per la salute umana. Si tratta di un novel food che quindi deve sottostare a stretti controlli e normative che regolamentano l’introduzione di questi alimenti sul nostro mercato.
Cosa prevede l’Europa in materia?
E l’Unione Europea cosa sostiene? Ai sensi dell’articolo 7 del Regolamento comunitario sui Novel Foods la carne coltivata può essere inserita nell’elenco dei Novel Food dell’Unione, cosa che permette la conseguente l’immissione nel mercato comunitario, a condizione che:
- in base alle prove scientifiche disponibili, l’alimento non presenti un rischio di sicurezza per la salute umana;
- l’uso previsto dell’alimento non induca in errore i consumatori, in particolare nel caso in cui l’alimento sia destinato a sostituire un altro alimento e vi sia un cambiamento significativo nel suo valore nutritivo;
- se l’alimento è destinato a sostituire un altro alimento, non ne differisce in maniera tale da rendere il suo consumo normale svantaggioso per il consumatore sul piano nutrizionale.
Tuttavia a settembre 2023 la commissione Agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo ha infatti cassato il paragrafo 19 della risoluzione sulle colture proteiche, nella parte in cui faceva riferimento a prodotti innovativi a base cellulare.
La risoluzione nel suo complesso punta ad una maggiore produzione di colture di proteine in Europa e l’approvazione di quella specifica proposta avrebbe aperto le porte alla produzione di carne sintetica. Intervenendo sulla parte relativa alle “proteine da laboratorio”, si è di fatto chiusa (almeno per ora) la strada a questa fattispecie come soluzione al fabbisogno globale.
Quindi anche a livello comunitario la partita sembra ancora aperta.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it