La Corte dei Conti, Sezione Regionale di Controllo per la Lombardia, si è pronunciata in merito alla richiesta di un Comune relativa alla possibilità di affidare gratis la gestione del centro sportivo comunale a un’associazione sportiva dilettantistica.
La questione ruota attorno alla promozione dello sport e all’uso pubblico della struttura, in deroga al principio generale della necessaria redditività dei beni pubblici.
Il parere della Corte
La Corte ha chiarito che è possibile assegnare l’impianto sportivo pubblico senza corrispettivo, purché tale decisione sia motivata da uno specifico interesse di rango costituzionale, come la promozione dello sport (articolo 33 della Costituzione). Questo interesse può giustificare una deroga al principio di redditività, a patto che vengano rispettati precisi criteri e procedure.
Il Comune ha la facoltà di scegliere tra:
- Affidamento tramite procedura concorrenziale, seguendo quanto previsto dall’articolo 6 del decreto legislativo n. 38/2021, che disciplina la sicurezza e la gestione degli impianti sportivi.
- Stipula di una convenzione con un ente del Terzo settore, se questa opzione risulta più vantaggiosa rispetto al ricorso al mercato, come indicato dall’articolo 56 del Codice del Terzo settore (decreto legislativo n. 117/2017).
In ogni caso, la convenzione dovrà definire chiaramente le obbligazioni reciproche e prevedere una rendicontazione periodica per garantire trasparenza nella gestione.
Spese di gestione e obblighi del concessionario
La Corte ha evidenziato che le spese di manutenzione ordinaria e gli interventi necessari a mantenere la funzionalità dell’immobile sono a carico del concessionario, come previsto dalle normative pubblicistiche (articolo 71 del decreto legislativo n. 117/2017) e civilistiche (articolo 1808 del Codice Civile). Eventuali attività accessorie, come il subaffitto della struttura o l’erogazione di servizi a domanda individuale, dovrebbero essere strettamente legate agli obiettivi sociali definiti dalla convenzione e proporzionate alle capacità dell’associazione concessionaria.
Vincoli e alternative
La Corte ha sottolineato che l’incapacità dell’amministrazione comunale di sfruttare adeguatamente l’impianto non può essere l’unico motivo per procedere all’affidamento in gestione. In tali casi, il Comune potrebbe valutare anche la vendita dell’immobile, tenendo conto dei principi di economicità ed efficienza amministrativa (articoli 97 e 118 della Costituzione).
Margini di discrezionalità dell’amministrazione
Infine, la Corte ha precisato che le determinazioni finali spettano esclusivamente al Comune, nell’ambito della propria discrezionalità e responsabilità. Il parere espresso non solleva l’amministrazione da eventuali responsabilità su scelte passate o future, ma fornisce un quadro di riferimento per orientare le decisioni in modo conforme alle normative vigenti.