Abbandono scolastico, Sud e Isole da record. Punte del 26%. I dati che emergono sono davvero preoccupanti e pongono numerosi interrogativi.
Assenza di tempo pieno, tagli agli organici dei docenti, edilizia scolastica fatiscente, investimenti economici inesistenti e conseguente mancanza di lavoro, sono queste le motivazioni di un disastro sociale che è alla base dell’abbandono degli studi e della formazione nel Sud e nelle isole.
Gravissima la situazione in regioni come Puglia, Sicilia, Sardegna, Campania, Basilicata. Il record in negativo va a Brindisi, dove si tocca il 26% di abbandoni, seguita dal Sud Sardegna con il 25,7. Disastro anche in Sicilia con Ragusa che conta il 23,8% di abbandoni, seguita da Enna con il 22,9.
Isole felici, invece, La Spezia, con il 4,8%, Chieti con il 4,9. Sta bene, quasi tutto il Centro Nord, con qualche punta in negativo che non supera il 1,9%.
Nel complesso i giovani tra i 18 e il 24 anni che abbandonano sono poco meno del 14%, al Sud nel complesso raggiungono il 18,5%, mentre al Nord si fermano all’11,3% e al Centro al 10,7%. E sono più i maschi che le femmine a interrompere gli studi: i ragazzi meridionali sono ben il 21,5%, le ragazze del Sud il 15,2%.
Attualmente l’obbligo scolastico è esteso fino al conseguimento del diploma di licenza di scuola media (scuola secondaria di primo grado) o al compimento del quindicesimo anno di età se il minore dimostri di aver osservato per almeno otto anni le norme sull’obbligo scolastico (art. 8 della legge 31 dicembre 1962, n. 1859).