L’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) si trova al centro di un dibattito intenso sulla necessità di semplificare le procedure amministrative per garantire un’efficace implementazione degli investimenti programmati.
Un’indagine condotta dall’OReP, l’Osservatorio sul Recovery Plan dell’Università di Tor Vergata in collaborazione con Fondazione PromoPA, ha evidenziato come le complessità operative stiano ostacolando la realizzazione dei progetti e penalizzando soprattutto le micro e piccole imprese. L’indagine, svolta tra settembre e novembre 2024 con la partecipazione di 482 soggetti attuatori pubblici e privati, ha raccolto proposte per ridurre i vincoli amministrativi e accelerare i tempi di attuazione.
Come accelerare l’attuazione del PNRR?
Tra le richieste emerse, la riduzione delle check list da produrre sulla piattaforma ReGiS rappresenta la priorità principale per il 46% dei rispondenti. Attualmente, ogni rendiconto richiede oltre venti check list, un carico operativo che rallenta significativamente il processo di rendicontazione. Un’altra proposta riguarda l’unificazione dei manuali tecnici e delle norme di rendicontazione, segnalata dal 24% dei partecipanti, che sottolineano come le diverse interpretazioni ministeriali creino discrepanze e ostacolino la linearità procedurale.
Anche il rafforzamento degli strumenti di supporto tecnico e operativo emerge tra le richieste con il 15% delle preferenze. Tuttavia, la rendicontazione delle attività di assistenza tecnica non è consentita dal PNRR, costringendo i soggetti attuatori a finanziare tali attività con risorse proprie. Analogamente, l’accelerazione dei tempi di pagamento dei rendiconti, che oggi richiedono in media tre mesi, e talvolta fino a cinque in caso di richieste di integrazione, è considerata cruciale per migliorare il flusso finanziario e agevolare l’avanzamento dei progetti.
Le difficoltà evidenziate dall’indagine non si limitano agli aspetti amministrativi. I partecipanti hanno sottolineato la necessità di aumentare il personale tecnico-specialistico a supporto degli uffici, migliorare l’interoperabilità delle piattaforme digitali e favorire una maggiore formazione dei progettisti sul principio DNSH (Do No Significant Harm). Particolare attenzione è stata riservata alla questione del titolare effettivo, per il quale si lamenta la mancanza di un registro unico nazionale, che complica le verifiche e moltiplica le richieste di attestazioni.
Secondo Gaetano Scognamiglio, presidente della Fondazione PromoPA e co-fondatore di OReP, le complessità operative del PNRR hanno avuto un impatto negativo soprattutto sulle micro e piccole imprese, che nella prima fase dei bandi ministeriali hanno partecipato in misura residuale per mancanza di informazioni e risorse. Nella fase di attuazione, queste difficoltà si sono aggravate a causa della rigidità del ciclo dell’appalto, che non è stato adeguatamente semplificato.
Un altro tema centrale riguarda la possibile proroga del PNRR oltre il 2026. La maggioranza dei partecipanti all’indagine si è dichiarata favorevole allo spostamento del termine, con una particolare adesione da parte delle imprese, delle regioni e delle società partecipate. La proroga è vista come un’opportunità per completare i progetti in corso, ma richiede al contempo un impegno concreto per eliminare gli ostacoli amministrativi che rischiano di compromettere gli obiettivi del Piano.
Le conclusioni dell’indagine OReP
In conclusione, l’indagine OReP evidenzia come la semplificazione amministrativa rappresenti un elemento imprescindibile per garantire il successo del PNRR. Ridurre le complessità procedurali, migliorare gli strumenti di supporto e accelerare i tempi di pagamento sono interventi necessari per assicurare che le risorse del Recovery Plan possano realmente contribuire alla ripresa economica e allo sviluppo del Paese. Tuttavia, tali misure devono essere accompagnate da un forte coordinamento interistituzionale e da un sostegno concreto ai soggetti attuatori, affinché il PNRR non rappresenti solo un’occasione mancata, ma un reale motore di cambiamento.
Fonte: articolo di Luca Leccisotti (Dirigente amministrativo SSN ed esperto in Appalti)