Entro il 2039, in Italia sarà costruito un nuovo deposito per rifiuti radioattivi: ecco tutto quello che c’è da sapere.


Come annunciato dal Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, entro il 2029 si potrà costruire un nuovo deposito per i rifiuti radioattivi che, però, sarà operativo nei successivi dieci anni.

Nel deposito andranno solamente i rifiuti radioattivi prodotti in Italia e si svilupperà su una superficie di 150 ettari, per un costo totale di 1,5 miliardi di euro.

Ecco cosa c’è da sapere.

Deposito rifiuti radioattivi in Italia entro il 2039: tutti i dettagli

Il deposito sarà necessario “per smaltire i rifiuti radioattivi a molto bassa e bassa attività, attualmente stoccati in depositi temporanei, presenti nei siti degli impianti nucleari disattivati, dove Sogin sta portando avanti le attività di mantenimento in sicurezza e decommissioning. Una volta che sarà operativo, lì confluiranno anche i rifiuti attualmente stoccati in depositi temporanei non gestiti da Sogin, che provengono da fonte non energetica, ossia quelli derivanti dalla ricerca, dall’industria e dalla medicina nucleare, che continuano inevitabilmente ad essere prodotti anche in Italia, come in tutti gli altri Paesi evoluti”.

A chiedere la costruzione del deposito è l’Unione Europea, che ha richiesto che i rifiuti radioattivi siano sistemati nello Stato membro in cui sono stati generati.
Nel deposito saranno sistemati e messi in sicurezza 78mila metri cubi di rifiuti radioattivi a molto bassa e bassa attività.

Tra questi, 50mila metri cubi di rifiuti sono dovuti allo smantellamento degli impianti nucleari per la produzione elettrica. Mentre gli altri 28mila metri cubi di rifiuti sono inerenti a impianti nucleari di ricerca e ai settori di medicina nucleare e industria.

Nel progetto, è prevista anche la costruzione di un Parco Tecnologico. Secondo il Governo “stimolerà la ricerca e l’innovazione nei settori dello smantellamento degli impianti nucleari e della gestione dei rifiuti radioattivi, creando nuove opportunità per professionalità di eccellenza”.

La locazione del deposito ancora non è nata, ma sono state rese note 51 aree possibili:

  • 10 in Basilicata;
  • 4 tra Puglia e Basilicata;
  • 21 nel Lazio (tutte in provincia di Viterbo);
  • 5 in Piemonte (nella zona di Alessandria);
  • 1 in Puglia;
  • 8 in Sardegna (specialmente nella parte meridionale);
  • 2 in Sicilia.