Secondo gli ultimi dati Istat, l’occupazione lavorativa, in Italia, ha raggiunto picchi alti, ma continuano ad aumentare gli inattivi: ecco cosa succede.


Il mercato del lavoro italiano mostra segnali incoraggianti. Gli ultimi dati Istat sull’occupazione e la disoccupazione di agosto confermano una tendenza positiva in atto da tempo.

Ma non è tutto oro quello che luccica. Perché se, da una parte, l’occupazione torna a salire, aumenta anche il numero degli inattivi.

Ecco cosa dicono i dati dell’Istat.

Occupazione lavorativa in Italia: i dati Istat

Il tasso di disoccupazione è sceso al 6,2% ed è al minimo dal 2007, mentre quello giovanile ha raggiunto il livello più basso dal 2004.
In un confronto tra il trimestre giugno-agosto 2024, con quello precedente, si registra un incremento nel numero degli occupati pari allo 0,5%, ovvero 114mila unità.

A fronte di una media europea del 6,4%, l’Italia si posiziona meglio di Francia e Spagna, che hanno tassi di disoccupazione rispettivamente del 7,5% e dell’11,3%. Anche per quanto riguarda i giovani, il nostro Paese supera la media europea (14,1%) e distanzia nettamente Spagna (24,7%) e Francia (17,2%).

Il miglioramento dei dati è attribuibile, in parte, all’implementazione di sistemi di formazione duale, simili a quelli tedeschi, che favoriscono l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro.

Tuttavia, rimangono ancora delle criticità, soprattutto per quanto riguarda i Neet (giovani che non studiano e non lavorano) e gli abbandoni scolastici precoci, nonostante siano in diminuzione.

Occupazione lavorativa in Italia: il numero degli inattivi è sempre più alto

Nonostante i progressi, un dato rimane allarmante, ovvero l’aumento degli inattivi.
Per “inattivi”, intendiamo le persone che non fanno parte delle forze di lavoro e che non sono classificate né come occupate e né in cerca di occupazione.

Se da un lato il numero dei disoccupati è calato, dall’altro è cresciuto quello delle persone che non cercano attivamente lavoro. Questo fenomeno, più accentuato tra i giovani e richiede interventi mirati per stimolare la partecipazione al mercato del lavoro.

Il numero dei disoccupati, nel mese di agosto, è calato di 46mila unità. Ma è aumentato anche quello dei soggetti inattivi, con un incremento di 44mila unità.
Cresce soprattutto l’inattività nella fascia di età tra i 15 e i 24 anni.

I risultati ottenuti sono indubbiamente positivi, ma è necessario consolidarli e affrontare nuove sfide. Tra queste, l’inclusione delle fasce più deboli, la lotta al precariato e l’adattamento alle trasformazioni del mondo del lavoro legate alla digitalizzazione e all’automazione.