Lo ha stabilito la Corte Costituzionale in una recente decisione, la numero 125/2024: la doppia conformità edilizia va applicata anche nelle Regioni a Statuto Speciale.


I giudici della Consulta, con questa sentenza, hanno pronunciato un importante giudizio riguardo al requisito della “doppia conformità” nel contesto urbanistico ed edilizio italiano. Questo requisito, sancito dall’articolo 36 del Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia, stabilisce che il permesso di costruire in sanatoria può essere concesso solo se l’intervento risulta conforme alla normativa urbanistica ed edilizia sia al momento della sua realizzazione che al momento della presentazione della domanda.

La doppia conformità edilizia vale anche per le Regioni a Statuto Speciale

La sentenza ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 135, comma 7, della legge della Provincia autonoma di Trento del 4 marzo 2008, per contrasto con questo principio fondamentale. Questo requisito, secondo la Corte, è cruciale per garantire l’uniformità delle condizioni in tutto il territorio nazionale per regolarizzare gli abusi edilizi. Ciò contribuisce a preservare l’effettività delle norme urbanistiche ed edilizie, indipendentemente dall’entità dell’abusivismo in specifiche aree territoriali.

La decisione della Corte sottolinea pertanto che il requisito della doppia conformità non riguarda solo le regioni a statuto ordinario, ma anche le regioni a statuto speciale, rappresentando un principio fondamentale per la disciplina del territorio e per la riforma economico-sociale. Anche le recenti modifiche introdotte dal decreto-legge del 29 maggio 2024, che mirano a semplificare la normativa edilizia e urbanistica, confermano l’importanza attribuita dallo Stato a questo requisito.

La Corte ha ribadito che spetta allo Stato definire i casi in cui la doppia conformità è necessaria per il rilascio del permesso in sanatoria, così come le situazioni in cui possono essere ammesse limitazioni alla sua applicazione. Questo quadro normativo mira a garantire la coerenza e l’efficacia delle normative edilizie e urbanistiche su tutto il territorio nazionale, assicurando un trattamento equo e uniforme per tutti gli interventi edilizi.

L’impatto della decisione

Mentre alcune regioni perseguono una maggiore autonomia legislativa per adattare le normative alle specificità locali, decisioni come quella della Corte sottolineano l’importanza di mantenere un quadro normativo uniforme su tutto il territorio nazionale.

Questa tensione si manifesta soprattutto in contesti dove normative diverse potrebbero portare a disparità nelle regolamentazioni urbanistiche ed edilizie, a volte favorendo un’applicazione più rigida o più permissiva delle leggi a seconda della collocazione geografica.

In un momento in cui il dibattito sull’autonomia differenziata continua a suscitare discussioni e proposte di riforma, decisioni giuridiche come questa rafforzano l’argomento a favore di una maggiore uniformità normativa. Ciò non solo promuove l’equità e la trasparenza nel trattamento degli abusi edilizi, ma stabilisce anche un fondamento solido per la gestione sostenibile del territorio su scala nazionale.

Il testo della sentenza

Qui il documento completo.