Decreto liste d’attesa misureIl Consiglio dei Ministri ha dato il via libera al decreto liste d’attesa, per ridurre le tempistiche: ecco quali sono le misure.


È arrivo l’ok, da parte del Consiglio dei Ministri, a due nuovi provvedimenti per il settore sanità.

Si tratta di “misure urgenti per la riduzione dei tempi delle liste di attesa delle prestazioni sanitarie” e di un disegno di legge con “misure di garanzia sulle prestazioni sanitarie”.

Non mancano, però, i dubbi sollevati dalle Regioni, poiché si tratta di un “decreto privo di coperture finanziarie e molto astratto”, come dichiarato da Raffaele Donini, coordinatore della Commissione Salute in sede di Conferenza delle Regioni.

Ecco cosa c’è da sapere.

Decreto liste d’attesa: ecco le misure

Per il problema delle tempistiche troppo dilatate per le liste d’attesa, il Governo ha deciso di agire con due provvedimenti:

  • Un decreto legge “leggero”, che non ha bisogno di risorse finanziarie;
  • Un ddl più strutturato, con misure che necessitano di risorse.

Ecco più nel dettaglio.

Misure previste dal decreto legge sulle liste d’attesa

Vediamo quali sono i punti principali del decreto legge:

  • Istituzione di una Piattaforma nazionale per le liste d’attesa che utilizzerà anche il Ministero della Salute. L’obiettivo è disporre per la prima volta di monitoraggio puntuale e reale dei tempi di attesa per l’erogazione delle prestazioni sanitarie;
  • Rafforzamento delle attività di monitoraggio e controllo del Sistema nazionale di verifica, con l’istituzione di un Organismo di verifica e controllo sull’assistenza sanitaria;
  • Obbligo di un CUP unico regionale o infraregionale con tutte le prestazioni disponibili del pubblico e del privato convenzionato;
  • Potenziamento dell’offerta assistenziale con visite ed esami diagnostici anche il sabato e la domenica, prolungando la fascia oraria;
  • Aumento della spesa per il personale di un importo complessivo pari al 15% dell’incremento del Fondo sanitario rispetto all’anno precedente;
  • Piano d’azione per il rafforzamento dei servizi sanitari e sociosanitari nelle 7 regioni del sud destinatarie del Programma Nazionale Equità nella Salute 2021-2027;
  • Flat tax al 15% delle prestazioni orarie aggiuntive dei professionisti sanitari impegnati nella riduzione delle liste d’attesa.

Misure previste dal disegno di legge

Ecco le misure in programma per il disegno di legge:

  • Prescrizione ed erogazione delle prestazioni di specialistica ambulatoriale;
  • Creazione di un Sistema nazionale di governo delle liste d’attesa per una maggiore efficacia del coordinamento di livello nazionale per la riduzione delle liste d’attesa, in modo da superare le disuguaglianze regionali;
  • Creazione di un Registro nazionale delle segnalazioni attivo sul portale del Ministero della Salute dove i cittadini possono segnalare disservizi nell’erogazione delle prestazioni;
  • Incremento della retribuzione del personale impegnato nella riduzione delle liste d’attesa;
  • Per recuperare le tempistiche sulle liste d’attesa, le aziende potranno avvalersi anche degli specialisti ambulatoriali interni;
  • Possibilità per gli specializzandi di avere incarichi libero professionali presso i servizi sanitari del servizio sanitario nazionale fino a 10 ore settimanali (e non più 8 ore settimanali);
  • Si consentirà alle aziende di assumere personale anche con contratti di lavoro autonomo, per limitare il fenomeno dei “gettonisti”;
  • Incremento della spesa per l’acquisto di prestazioni sanitarie da privati accreditati di 1 punto percentuale per il 2025 e il 2026 rispetto agli incrementi già previsti dalla Legge di bilancio 2024;
  • Le aziende ospedaliere universitarie, che non possono far fronte alle esigenze assistenziali con l’organico funzionale di tipo universitario, potranno stipulare contratti con il personale medico o sanitario non soltanto con la modalità a tempo determinato, ma anche con contratti a tempo indeterminato;
  • Possibilità di svolgere alcune prestazioni anche in farmacia (con personale adeguatamente formato) e laboratori convenzionati;
  • Riorganizzazione della rete dei laboratori per sopperire alle difficoltà dell’offerta dell’assistenza territoriale nelle aree più disagiate (ad esempio le zone montane);
  • Misure premiali e sanzioni alle Regioni, ai direttori regionali della sanità e ai direttori generali, amministrativi e sanitari delle aziende e degli enti del Servizio sanitario nazionale, per incentivare la riduzione delle liste di attesa e il rispetto dei tempi massimi di attesa;
  • A decorrere dal 2026, saranno messi a disposizione 60 milioni di euro, per un triennio, per il potenziamento dei Dipartimenti di salute mentale;
  • Istituzione della Scuola nazionale dell’alta amministrazione sanitaria per i vertici dirigenziali del Servizio Sanitario Nazionale;
  • Misure in materia di approvazione dei bilanci degli ordini professionali.

Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it