Vediamo come funziona la visita fiscale in caso di maternità anticipata, ovvero quando esiste il caso di gravidanza a rischio.
Come sappiamo, la visita fiscale è un accertamento, predisposto dal datore di lavoro, dall’Inps o dalla Asl, per verificare l’effettivo stato di malattia del dipendente assente per malattia.
Il dipendente in malattia è obbligato a rimanere reperibile negli orari della visita fiscale (che variano tra lavoratori del settore privato e del settore pubblico).
Ma ci sono alcune eccezioni, come in caso di gravidanza a rischio, detta anche maternità anticipata.
La gravidanza a rischio è uno stato riconosciuto dalla Legge 151/2001, che permette alle donne di chiedere la maternità anticipata.
Il diritto è regolato dall’art.17 del Testo Unico delle disposizioni legislative, in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità. Si può richiedere la maternità anticipata:
- In caso di complicanze della gravidanza o di preesistenti forme morbose, che potrebbero aggravarsi durante la gravidanza;
- Se le condizioni lavorative o ambientali vengono considerate pregiudizievoli alla salute della donna o del bambino;
- Quando la lavoratrice non può essere spostata in altre mansioni più consone.
Ecco come funziona.
Visita fiscale maternità anticipata: ecco cosa sapere
Nel caso in cui l’attività lavorativa possa comportare un pregiudizio allo stato di salute della lavoratrice in gravidanza (così come quella del nascituro), si ha il diritto all’interdizione anticipata per maternità.
Perciò, invece di aspettare l’inizio del congedo obbligatorio di maternità, si può smettere subito di lavorare, ricevendo un’indennità sostitutiva, pari all’80% della retribuzione media globale giornaliera. C’è anche la possibilità di un’integrazione da parte del datore di lavoro, qualora fosse prevista nel contratto collettivo.
Se la lavoratrice, quindi, ha una gravidanza a rischio, non deve temere il controllo dell’Inps tramite visita fiscale. Le assenze, in questo caso, vengono equiparate al congedo di maternità, sotto il punto di vista delle regole.
Perciò, non esistono orari di reperibilità da rispettare.
Come richiedere la maternità anticipata per gravidanza a rischio
La richiesta va inviata alla Asl, nel caso in cui la gravidanza sia a rischio per ragioni patologiche o fisiologiche. Mentre, andrà richiesta all’Ispettorato del Lavoro, nel caso in cui le mansioni svolte siano incompatibili con la gravidanza.
Nel primo caso, sarà la Asl a certificare le ragioni della lavoratrice per astenersi all’attività lavorativa e sarà compito della Direzione territoriale del lavoro (Dpl) confermare o rifiutare la richiesta della dipendente.
C’è comunque un periodo di reperibilità da rispettare?
Il provvedimento che conferma l’inizio dell’indennità di gravidanza anticipata deve essere emanato entro 7 giorni dalla richiesta della lavoratrice. In caso di mancata risposta, vale il principio del silenzio assenso.
Nel periodo di 7 giorni (o meno) tra la richiesta e la convalida del provvedimento, potrebbe esserci una visita fiscale per confermare l’esistenza della gravidanza a rischio e valgono i soliti orari delle visite fiscali:
- Dalle ore 9.00 alle ore 13.00 e dalle ore 15.00 alle ore 18.00 per i dipendenti pubblici;
- Dalle ore 10.00 alle ore 12.00 e dalle ore 17.00 alle ore 19.00 per i dipendenti del settore privato.
Dopo la visita fiscale o scaduti i 7 giorni dalla richiesta, la lavoratrice non avrà più l’obbligo di reperibilità.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it
penso ci sia un errore sulle fasce orarie di reperibilità in quanto di norma gli orari sono invertiti: il dipendente pubblico deve essere reperibile dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18, mentre quello privato dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19.
Attendo un riscontro.
Grazie
La ringraziamo, è stata una svista cui abbiamo prontamente rimediato…cordiali saluti
grazie mille per la risposta! Vi ringrazio!
vorrei gentilmente chiedervi il riferimento di legge che regola questa normativa in quanto mi trovo in questa situazione.
grazie mille
Salve,il datore di lavoro ha richiesto interdizione per lavoro a rischio e mi ha detto di mettermi in malattia mentre si aspettava il risultato. Ho richiesto 2 settimane di malattia ma a fine della prima ho gia avuto esito positivo di interdizione. La malattia decade o rimane?
Attualmente le fasce di reperibilità sono diventate le stesse sia per dipendenti pubblici che privati quindi dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19