piano-poverta-2018-decreto-riparto-fondiÈ stato registrato dalla Corte dei Conti il decreto di riparto del Fondo nazionale per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale, che trasferisce ai territori le risorse per il rafforzamento dei servizi per l’inclusione sociale.


Registrato dalla Corte dei Conti il decreto di riparto del Fondo nazionale per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale, che trasferisce ai territori le risorse per il rafforzamento dei servizi per l’inclusione sociale.
Si tratta di 297 milioni di euro nel 2018, 347 milioni nel 2019 e 470 milioni nel 2020, da utilizzare secondo quanto previsto nel Piano per gli interventi e i servizi sociali di contrasto alla povertà, adottato con lo stesso decreto, dopo l’approvazione da parte della Rete delle protezione e dell’inclusione sociale lo scorso 22 marzo.

 

Nel limite di tali risorse, il Piano individua lo sviluppo degli interventi e dei servizi necessari per l’attuazione del Reddito di inclusione (REI) come livello essenziale delle prestazioni da garantire su tutto il territorio nazionale. Riserva, inoltre, 20 milioni di euro l’anno per interventi e servizi in favore delle persone in povertà estrema e senza dimora e ulteriori 5 milioni per finanziare interventi innovativi indirizzati ai neo maggiorenni che vivono fuori dalla famiglia di origine, sulla base di un provvedimento dell’autorità giudiziaria.

 

Le risorse saranno erogate nelle prossime settimane a seguito della valutazione dei Piani regionali per la lotta alla povertà che, in coerenza con il Piano nazionale, individuano i fabbisogni specifici dei territori.

 

Il Reddito di inclusione (REI) – misura unica nazionale di contrasto alla povertà – è pienamente operativo dal 1° dicembre dello scorso anno. Decine di migliaia di nuclei familiari vanno aggiungendosi ogni mese a coloro che nel corso del 2017 hanno richiesto il Sostegno per l’inclusione attiva (SIA), misura «ponte» che si sovrapporrà per quasi tutto il 2018 al REI. A partire dal 1° luglio, poi, il REI diventerà pienamente universale e gli unici requisiti che ne limiteranno l’accesso saranno di natura economica – l’assenza cioè di adeguate risorse reddituali e patrimoniali.

 

Si stima che nel corso del 2018 i nuclei familiari beneficiari del REI (e del SIA) potranno crescere fino a 700 mila per quasi 2,5 milioni di persone (il numero effettivo dipenderà dal cd. take-up, che, secondo l’esperienza internazionale per questo tipo di misure, si colloca però tra il 40 e l’80% degli aventi diritto).