sindacati-scuola-675Flc-Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals-Confsal e Gilda sono pronti, per la prima volta nella storia del sindacalismo scolastico, a ricorrere unitariamente contro la riforma della Scuola.

 

La situazione è già incandescente da settimane. Ed oggi, 7 Luglio, a partire dalle 16, i sindacati si sono lanciati in piazza a Montecitorio in un grande presidio organizzato appunto da FLC-CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola, Snals e Gilda: sindacati, lavoratori e studenti, uniti per difendere la scuola. Sul sito della FLC CGIL viene riportato: “ci batteremo sempre, torneremo in piazza anche a settembre con tante iniziative di mobilitazione e lavoreremo sodo perché venga fuori in modo chiaro che con questa riforma si cancellano diritti e libertà di tutti.”

 

Gli uffici legali delle varie sigle si vedranno nei prossimi giorni per fissare i punti chiave dell’impugnativa davanti ai giudici, che avrà due filoni paralleli: il primo punta a portare la legge alla Consulta per vizi di legittimità costituzionale, dal sistema della chiamata diretta dei docenti alla valutazione degli stessi a cui concorrono anche genitori e studenti; il secondo a tutelare, davanti ai giudici ordinari, i diritti dei precari esclusi dalla stabilizzazione, dagli insegnanti di seconda fascia delle graduatorie di istituto ai diplomati magistrali non inseriti nelle graduatorie ad esaurimento.

 

Nel frattempo, negli ultimi giorni, quale è stato il pensiero ricorrente espresso dalle sigle sindacali?

 

Secondo la FLC CGIL è un disegno di legge sulla buona scuola che non piace a nessuno ed è stato bocciato da tutti: soprattutto dalle piazze e dalle scuole. Ciò nonostante il Presidente del Consiglio Matteo Renzi è andato avanti, prendendo in ostaggio i precari con il ricatto delle stabilizzazioni, sostenendo di voler prima ascoltare tutti per poi, invece, far passare il disegno di legge al Senato con un voto di fiducia.

 

La CISL Scuola dichiara che l’offesa alla scuola è arrivata. Dura, cercata, voluta. E’ giunta con un voto di fiducia imposto contro ogni regola di buon senso e di saggezza politica, vista la delicatezza di una materia così complessa, centrale per la vita del Paese e il suo futuro. Il Governo ha ottenuto la fiducia del Senato, ma ha cocciutamente voluto perdere quella della Scuola. A settembre, con la ripresa delle lezioni, la scuola si troverà ad affrontare il caos per colpa di una riforma destabilizzante che dovrà essere solo contrastata.

 

La Gilda degli Insegnanti incalza presentando i numeri del dissenso a un disegno di legge disastroso: 400.000 firme raccolte per lo #sbloccacontratto, 618.000 persone che hanno scioperato per la qualità della scuola, 1.000.000 di fiaccole nelle piazze delle città,10.000.000 post, @mail, #twitt per chiedere modifiche al disegno di legge. Altissima adesione allo sciopero durante gli scrutini Il Governo continua a sostenere provvedimenti dannosi per la scuola senza ascoltare insegnanti, studenti e famiglie. Non si può migliorare il sistema scolastico con provvedimenti che lintero mondo della scuola ritiene, con solidi argomenti, sbagliati. Questa legge: non risolve il problema del precariato; mortifica la partecipazione e la collegialità; non rispetta la libertà di insegnamento; propone un’idea distorta di valutazione e merito; cancella in gran parte la contrattazione. Nel frattempo, senza rinnovo del contratto non si valorizzano le professionalità, si tagliano gli organici del personale ATA, già oggi insufficienti per il regolare funzionamento del servizio.

 

Infine la UIL Scuola ha ribadito che nelle singole istituzioni scolastiche va data certezza dell’organico e assicurata la trasparenza necessaria per impedire che vengano lesi i diritti contrattuali del personale e per garantire la piena funzionalità delle scuole, e la SNALS-CONFSAL sostiene che il governo ha deciso di forzare la mano per approvare un provvedimento dannoso per la scuola, ignorando le ragioni di insegnanti, studenti, famiglie e le prerogative del parlamento. Esso verrebbe così privato degli spazi e dei tempi necessari per discutere una riforma decisiva per il Paese, resa ancora più ampia da ben otto deleghe in bianco. Vengono messi in discussione basilari principi costituzionali: inclusività, uguaglianza sociale e libertà di insegnamento.

 

Dunque mai un’unione così forte tra i sindacati. Basterà a trascinare nelle aule dei tribunali e all’attenzione della consulta l’intero DDL Scuola? Allo stato attuale il punto più caldo dell’intero pacchetto di norme è ill sistema della chiamata diretta, che assegna al dirigente il compito di scegliere il docente da utilizzare presso il proprio istituto e, dopo tre anni, il potere di confermarlo o meno. Inevitabile il rischio, sostengono le sigle sindacali, che nel giudizio finiscano per pesare anche valutazioni circa il modello didattico e l’orientamento culturale o politico dell’insegnante.

 

La palla, pertanto, potrebbe passare adesso, come per le questioni rimborso pensione e blocco degli stipendi statali, di nuovo alla Consulta. Quali decisioni saranno prese, per il momento, non ci è dato sapere.