tablet booksDidattica digitale nelle scuole italiane: grazie al piano del Miur, sviluppato attraverso lo stanziamento di ben 830 milioni di euro, lo scopo è portare i giovanissimi all’apprendimento digitale già in tenera età, in modo da essere immediatamente pronti per accrescere le proprie doti e per aumentare le chance lavorative.

 


 

E non è un caso che l’Avviso Quadro pubblicato dal Ministero dell’Istruzione preveda anche l’alternanza scuola-lavoro, l’educazione imprenditoriale ed una particolare attenzione verso lo sviluppo delle attività creative tramite le nuove tecnologie.

 

I notebook in particolare rappresentano uno strumento utilissimo per lo studio, che sempre più spesso sta per essere introdotto nelle scuole per insegnare ai ragazzi ad utilizzarlo per lo studio. Ma qual è l’utilità di questi strumenti a livello di scuole superiori e di università? Innanzitutto la possibilità di poter consultare una biblioteca di fatto infinita, racchiusa dalle maglie di Internet, per non parlare poi di tutti gli strumenti ed i software che facilitano l’apprendimento, e della possibilità di poter anche consultare svariate fonti autorevoli per reperire news di qualsiasi tipo.

 

Abituare i ragazzi ad utilizzare dispositivi tecnologici come i pc portatili nel modo corretto per ottimizzare lo studio è dunque fondamentale tanto quanto la giusta scelta del dispositivo adatto allo studio. Per quanto riguarda il computer, meglio sceglierlo realmente portatile (dunque leggero), ma senza rinunciare alla RAM necessaria per avviare i programmi indispensabili per lo studio. Parliamo poi di un vero e proprio investimento, che potrà essere utilizzato sia all’università, sia in biblioteca mentre si studia, sia a casa. Sfruttando le offerte per i notebook presenti sul web, poi, oggi si possono trovare dei computer di ottima qualità anche a prezzi economici, acquistando così un dispositivo che potrà essere sfruttato dalla scuola fino all’università e il lavoro.

 

Nello studio come nel lavoro, però, l’equilibrio è necessario per non esagerare: in questo senso, è bene che gli insegnanti facciano capire ai giovani come creare il giusto equilibrio di studio su pc e sui libri, e come distinguere le fonti attendibili sul web dalle false notizie.

 

Ma il corposo investimento del Miur non si fonda solo sulla certezza di poter dotare le scuole ed i giovani degli indispensabili strumenti digitali, ma anche sulla speranza che l’approccio a queste tecnologie avvenga in modo delicato e poco invasivo, diventando quasi come un gesto naturale per i giovanissimi. E non è un caso che l’insegnamento trasversale, che tocca anche aspetti molto importanti come il cognitivismo, abbia preso il nome di “alfabetizzazione digitale”: ovvero una crescita che riguardi l’intera popolazione del domani, e che possa partire proprio dalle scuole per instillare nei ragazzi un modo di ragionare, di creare e di comunicare che sia realmente multimediale.

 

L’iniziativa voluta dal Miur ha compiuto un anno a ottobre 2016: abbastanza per cominciare a misurare i risultati ottenuto dal piano Scuola Digitale. Ebbene, da questo punto di vista il Ministero dell’Istruzione e le scuole italiane possono ritenersi più che soddisfatti: degli 830 milioni previsti dal piano, 500 sono già stati spesi per l’ammodernamento delle strutture didattiche dal punto di vista meramente tecnologico e informatico. Parliamo dunque del potenziamento dei laboratori (fondamentali per avviare gli alunni alla praticità), dell’acquisto di tablet e computer di ultima generazione (compresi i software), e anche dell’installazione di reti cablate mirate al potenziamento della connessione Internet.