regionalizzazione-istruzione-flc-cgilRegionalizzazione dell’Istruzione: FLC CGIL contraria all’autonomia differenziata per il Comparto Scuola. Processo pericoloso, lesivo del diritto all’istruzione e contrario alla coesione sociale e nazionale.


Il processo di attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia avviato dal Governo e dalle Regioni Emilia Romagna, Lombardia e Veneto è un processo pericoloso, a cui guardiamo con profonda preoccupazione. Qualsiasi forma di “autonomia differenziata” può avvenire solo ed esclusivamente dopo aver determinato i LEP, Livelli Essenziali delle Prestazioni in materia di diritto all’istruzione e dopo aver varato una legge di principi sulla materia dell’istruzione.

 

Tra le materie, relativamente alle quali il Veneto beneficerà di maggiore autonomia, vi è l’Istruzione. Enrico Panini, assessore al Bilancio, al Lavoro e alle Attività Produttive del Comune di Napoli, evidenzia che l’Istruzione verrà regionalizzata, per cui Programmi scolastici, organizzazione, assunzioni e trasferimenti saranno solo locali.  L’Assessore, in argomento mobilità, evidenzia poi che sarà sì possibile concorrere per una cattedra in Veneto, tuttavia, quell’insegnante dovrà sapere che è stato assunto dalla Regione Veneto e potrà chiedere di trasferirsi da Padova a Treviso, ma non potrà lasciare il Veneto se non dimettendosi e partecipando a un nuovo concorso regionale.

 

Siamo in questo senso contrari ad ogni forma di regionalizzazione dei contratti, degli organici, della mobilità, dei salari e del sistema di istruzione.

 

Come dichiarato all’ANSA dal Segretario generale Francesco Sinopoli: “Le emergenze in questo Paese sono legate ai divari territoriali tra nord e sud. Non ci sembra che il diritto all’istruzione possa essere in alcun modo regionalizzato, deve restare nazionale per rafforzare quelle zone del Paese più deboli”. Il segretario ha poi continuato: “Siamo radicalmente contrari se è questa la direzione” premettendo tuttavia, dobbiamo conoscere, per ogni valutazione, i testi della riforma, che al momento non abbiamo”. Il timore, per il sindacato, è che con l’autonomia differenziata si gestiscano in autonomia “organici e personale e il passo fino ad arrivare ai programmi è breve: siamo profondamente preoccupati. Siamo pronti a fermare questa deriva attraverso iniziative di mobilitazione”, conclude Sinopoli.

 

Qualsiasi riforma istituzionale deve essere coerente con i principi costituzionali di unità e coesione del Paese.