Reclutamento Insegnanti, solo Concorsi? Ecco l’annuncio del ministro Bussetti. Posizioni critiche sono state espresse soprattutto dal sindacato UIL Scuola.
“Vogliamo dare ordine al reclutamento, attivando i concorsi in base al numero dei docenti che dovremo assumere. L’assunzione avverrà solo attraverso i concorsi. Con la vecchia riforma all’interno degli ambiti territoriali i presidi potevano scegliere chi prendere in base a criteri mai definiti con correttezza e chiarezza. Noi questo aspetto l’abbiamo congelato e lo vogliamo eliminare per dare maggiore trasparenza e regolarità alle procedure”.
Questo è l’annuncio che ha fatto il ministro Bussetti durante la Settimana Italia-Cina della Scienza, della Tecnologia e dell’Innovazione.
Il parere critico della UIL Scuola
Solo concorsi: nell’annuncio il ministro dimentica la fase transitoria che ne rappresenta il presupposto. Con 32 mila posti scoperti, 60 mila pensionamenti previsti, che potrebbero diventare il doppio con Quota 100, un reclutamento smontato dal governo gialloverde ed uno nuovo che non è ancora partito, la situazione è davvero ai limiti.
Migliaia di posti che, giocoforza, saranno assegnati a personale supplente. Urgente il confronto con il sindacato per gestire la fase di passaggio tra vecchio e nuovo. L’Italia è suscettibile di procedura di infrazione, da parte dell’Ue, per la reiterazione dei contratti a termine.
L’obiettivo del ministro di “assumere solo per concorso e farlo su una seria programmazione dei bisogni” non potrà essere realizzato senza una necessaria fase transitoria che possa assicurare l’inizio del prossimo anno scolastico con l’assunzione di docenti stabili, nelle classi.
Occorre attivare la fase transitoria – ricorda il segretario generale Uil Scuola, Pino Turi, al ministro Bussetti – per far funzionare le scuole e per un principio di sana equità dovuta a persone che da anni stanno assicurando il funzionamento regolare dell’anno scolastico.
Già quest’anno sono rimasti scoperti oltre 32.000 posti a cui si aggiungeranno quelli del normale turn- over, senza voler considerare la probabile attivazione della quota 100 per il pensionamento anticipato. Si tratta di centinaia di migliaia di posti che, giocoforza, saranno assegnati a personale supplente.
Una situazione insostenibile se si pensa che già l’Italia è suscettibile di procedura di infrazione, da parte dell’UE, per la reiterazione dei contratti a termine.
Le motivazioni secondo il Segretario della UIL Scuola, Turi
Non voler considerare la realtà della situazione e rifugiarsi in un ambito prettamente ideologico, ci fa venere in mente ciò che è accaduto con l’approvazione della legge 107 – mette in evidenza Turi – che analogamente voleva eliminare le graduatorie ed precariato ed, invece, dopo tre anni, siamo al punto di partenza come un assurdo gioco dell’oca.
Si tratta, ora, di mettere in fila una serie di iniziative che consentano di coprire i posti vacanti e disponibili, nelle diverse sedi territoriali, già a settembre del prossimo anno.
Per farlo serve subito, attraverso un emendamento alla legge di bilancio in discussione, una soluzione definitiva per l docenti magistrali rimasti fuori e a rischio di licenziamento, per le scuole secondarie:
- dare continuità all’elenco degli idonei del concorso 2016, ancora in attesa di immissione in ruolo;
- ennesima riprova dei tempi necessari per l’espletamento dei concorsi (sempre che non si pensi di essere il mago Mandrake); scongelare tutti i posti accantonati per improbabili ricorsi temerari che bloccano la normale realizzazione dei concorsi;
- successivamente scorrere le graduatorie del concorso 2018;
- attivare un concorso analogo per coloro che hanno 36 mesi di servizio, per la maggior parte in servizio nelle sedi del nord Italia.
In questa maniera in un trade-off tra immissioni di docenti per concorso e graduatorie, ancora esistenti, si creano le condizioni per una programmazione efficiente e per tirare quella riga che il ministro vuole tirare per assumere i docenti per concorso.
Un sistema che riporta al dettato costituzionale, confermato da una frase transitoria basata sullo stesso principio, metta i posti a posto.