In Sicilia si parla spesso di lotta alla criminalità organizzata ma a volte, purtroppo, capita anche questo: arrestata per corruzione la preside antimafia della scuola Giovanni Falcole, nel quartiere Zen di Palermo.
Il provvedimento è stato disposto dal gip di Palermo su richiesta formulata dai procuratori europei delegati Calogero Ferrara e Amelia Luise, dell’European Public Prosecutor’s Office (Eppo) di Palermo.
La destinataria del provvedimento, preside dell’istituto compressivo “Giovanni Falcone”, allo Zen di Palermo e cavaliere al merito della Repubblica, è stata messa agli arresti domiciliari assieme al vicepreside dell’istituto e ad un professionista privato.
Nel registro degli indagati sono finiti anche docenti e collaboratori della donna.
Preside antimafia di Palermo arrestata per corruzione
Le accuse all’indirizzo degli indagati sono pesanti: si tratterebbe di corruzione e peculato.
Le Autorità avrebbero accertato l’esistenza di un unitario centro di interessi illeciti: gli indagati avrebbero messo le mani nella gestione dei fondi di spesa pubblici, sia nazionali che europei, nell’ambito di vari progetti scolastici.
Gli indagati si sarebbero inoltre appropriati di cibo per la mensa dell’istituto scolastico, computer, tablet e iphone destinati agli alunni e acquistati con i finanziamenti europei.
Secondo quanto riportato dall’agenzia ANSA a giugno scorso i carabinieri che indagavano hanno intercettato la prima di una serie di conversazioni tra la preside e la figlia che provano che la dirigente si portava a casa gli alimenti, comprati con i fondi europei per gli alunni.
Le parole della donna, secondo quanto invece riportato dal Quotidiano Il Sole 24 Ore sarebbero ulteriormente riscontrate dalle videocamere piazzate dai carabinieri, che la mostrano riempire delle buste di alimenti presenti nell’ufficio di presidenza.
Come anticipato prima, tra coloro che hanno aiutato la donna ed erano a conoscenza della gestione illegale dei progetti europei e dell’appropriazione di alimenti per la mensa dei ragazzi da parte della dirigente c’erano il vicepreside, anche lui arrestato e diversi collaboratori.
L’indagine avra senz’altro ulteriori sviluppi dopo i sequestri del materiale relativo ai progetti europei disposti nella scuola. E, purtroppo, non mette in buona luce coloro che hanno abusato della parola “antimafia“.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it