La Manovra per il 2025 ha stanziato 10 milioni di euro per introdurre psicologi nelle scuole, segnando un primo passo verso il riconoscimento di una problematica per le giovani generazioni: tuttavia emergono diverse critictà, secondo quanto riferito dalla CGIL.


Questo risultato è il frutto di una battaglia portata avanti dagli studenti, ma le risorse allocate sono state giudicate largamente insufficienti da esperti e rappresentanti sindacali.

Il problema del disagio psicologico tra i giovani

La salute mentale degli studenti è un tema sempre più urgente, emerso con forza negli ultimi anni anche a causa dell’isolamento e delle difficoltà legate alla pandemia. I periodi di chiusura delle scuole e la riduzione delle interazioni sociali hanno amplificato ansie, insicurezze e situazioni di disagio preesistenti, portando molti giovani a confrontarsi con problemi di depressione, stress e difficoltà relazionali. Questo fenomeno, già evidente prima dell’emergenza sanitaria, è diventato un aspetto centrale del dibattito pubblico, evidenziando le gravi lacune nel sistema di supporto psicologico scolastico.

Nelle scuole italiane, il disagio psicologico rappresenta una sfida quotidiana, aggravata dalla carenza di figure professionali capaci di fornire un supporto adeguato. Attualmente, molte istituzioni scolastiche devono affidarsi a risorse esterne o limitare gli interventi a causa della scarsità di fondi, lasciando studenti e docenti privi di un riferimento stabile. A fronte di questo scenario, lo stanziamento di 10 milioni di euro previsto dalla Legge di Bilancio 2025 appare come un primo riconoscimento del problema, ma resta lontano dal rispondere alle reali esigenze delle nuove generazioni.

Manovra 2025: il paradosso delle risorse per gli psicologi a scuola secondo la CGIL

Gianluca Torelli, responsabile delle Politiche giovanili della CGIL nazionale, ha commentato duramente l’iniziativa: “È una risposta tardiva e inadeguata. Dieci milioni rappresentano una cifra simbolica, ben lontana dai 200 milioni richiesti dai movimenti studenteschi per affrontare seriamente il problema della salute mentale nelle scuole”. Torelli ha inoltre evidenziato che il provvedimento non considera minimamente le necessità del mondo universitario, lasciandolo completamente escluso dalle misure.

Secondo il sindacalista, il Governo continua a dimostrare una visione miope nei confronti dei giovani. “In questa Manovra, la parola ‘giovani’ appare appena quattro volte e sempre in relazione alle droghe. È evidente che l’Esecutivo considera le nuove generazioni un problema, anziché una risorsa su cui investire”, ha dichiarato. Torelli ha inoltre denunciato i tagli ai finanziamenti destinati a scuola e università, sottolineando come la legge di bilancio non affronti in alcun modo le difficoltà che spingono molti giovani a emigrare in cerca di migliori opportunità lavorative.

La CGIL, insieme agli studenti, prosegue la sua mobilitazione contro quelle che definisce politiche ingiuste e miopi. “Investire nei giovani significa investire nel futuro del Paese. La salute psicologica è un diritto fondamentale e trascurarlo equivale a compromettere le basi della società”, ha concluso Torelli.

La questione della salute mentale nelle scuole rimane dunque aperta. Nonostante il riconoscimento del problema da parte del Governo, le risorse stanziate appaiono insufficienti per rispondere adeguatamente a una crisi che richiede interventi strutturali e un impegno finanziario ben più consistente. La speranza è che questa iniziativa sia solo un punto di partenza per una strategia più ambiziosa e inclusiva nel prossimo futuro.