ricerca e sviluppoChiesti 2 miliardi, stanziati solo 92 milioni. Più penalizzati i settori chiave. I numeri in gioco sono molti. Ci sono 97 atenei in Italia (statali e non), 895 dipartimenti, 59.960 ricercatori, 1652.592 studenti iscritti. Questo sistema universitario ha riposto le sue speranze e la sua visione di ciò di cui avrebbe bisogno l’Italia del futuro in 4431 progetti scientifici inviati al Miur per un ammontare totale di finanziamento richiesto di oltre 2 miliardi e cento milioni di euro.

 

Nel bando Prin, che vaglia i progetti di ricerca che verranno finanziati dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca dal 2015 al 2016, il numero che spaventa di più è quello dei progetti bocciati: il 96%.

 

Analizzando i dettagli dei progetti che verranno finanziati, emerge una forte discriminazione di alcuni settori di ricerca. Ad essere penalizzati sono settori fondamentali come la chimica (8 progetti approvati), l’informatica (6 progetti) e le scienze della terra (solo 7 progetti tra geologia, metereologia, climatologia, oceanografia, risorse naturali).

 

Sono 300 le proposte che il ministero dell’Istruzione ha deciso di sostenere economicamente. La maggior parte, ben 109, riguarda le scienze della vita. Quindi 96 per le scienze sociali e umanistiche, 95 per la matematica e le scienze naturali.

 

Dal ministero sono infatti arrivate più di 4.400 richieste di sostegno economico per altrettanti programmi di ricerca. Approvarli tutti avrebbe richiesto un impegno finanziario di oltre 2 miliardi di euro. Però il dato delle esclusioni rimane comunque sconvolgente.