Da un lato un tentativo di affrontare il tema, denotando una sensibilità verso tale problema: dall’altro alcune criticità su strumenti adottati ed alcune scelte compiute.
Legge per la promozione e il sostegno della lettura: sono buoni gli spunti ma ci sono ancora luci e ombre sul tema.
Anche perché sono sempre meno gli italiani che leggono libri e quotidiani, soprattutto in alcune aree del Paese. Anche dal punto di vista dei lettori emerge una palese ineguaglianza sociale.
Legge per la promozione e il sostegno della lettura
La legge per la promozione e il sostegno alla lettura, approvata all’unanimità dopo che dalla Camera anche dal Senato, si pone infatti l’obiettivo di
“diffondere l’abitudine alla lettura, come strumento per la crescita individuale e per lo sviluppo civile, sociale ed economico della Nazione, e favorire l’aumento del numero dei lettori, valorizzando l’immagine sociale del libro e della lettura nel quadro delle pratiche di consumo culturale, anche attraverso attività programmate di lettura comune”.
Tra gli intenti, anche quello di
“promuovere la frequentazione delle biblioteche e delle librerie e la conoscenza della produzione libraria italiana, incentivandone la diffusione e la fruizione”, oltre a quello di “prevedere interventi mirati per specifiche fasce di lettori e per i territori con più alto tasso di povertà educativa e culturale, anche al fine di prevenire o di contrastare fenomeni di esclusione sociale”.
Alcune criticità
La recente legge per la promozione e il sostegno della lettura, voluta dal Ministro Franceschini, se da un lato rappresenta un positivo tentativo di affrontare il tema, denotando una sensibilità verso tale problema, dall’altro si riscontrano alcune criticità relativamente agli strumenti adottati ed alcune scelte compiute, a partire dalle risorse stanziate, che risultano del tutto inadeguate.
Federconsumatori, dal canto suo, ha voluto mettere in evidenza alcune criticità:
In particolare per quanto riguarda la Carta della Cultura, che prevede un bonus per l’acquisto di libri, compresi i testi scolastici, di 100 euro. Tale carta verrà consegnata in base a un criterio reddituale che ancora non è stato stabilito, è stato però fissato il finanziamento pubblico di 1 milione di euro. Si tratta, quindi, complessivamente di 10.000 carte (circa una per ogni comune italiano). Appare evidente l’esiguità di tale misura che, proprio per questo, rischia di risultare inefficace.
La seconda misura, che giudichiamo invece intrinsecamente sbagliata, riguarda il taglio agli sconti sui libri. Di cui i consumatori possono beneficiare nei supermercati, nelle vendite per corrispondenza e nelle piattaforme digitali. Che saranno ridotti dal 15% al 5% per i libri non scolastici e dal 20% al 15% per i libri di testo.
L’intento della misura dovrebbe essere quello di spostare la clientela verso le librerie tradizionali. Federconsumatori appoggia ogni iniziativa, anche nella legge, che può aiutare il mondo delle tradizionali librerie. Ma ritiene che questo metodo sia profondamente iniquo e scarsamente efficace e che, paradossalmente, potrebbe allontanare ulteriormente una fascia di lettori.