abusi_legge 104Il ministero dell’Istruzione intensifica le verifiche su chi beneficia della legge 104 e mette mano a un piano di contrasto contro gli abusi: nelle richieste di trasferimento, precedenza ai genitori di figli con disabilità. Secondo le ultime rilevazioni, record di 104 tra insegnanti sardi (18%) e personale Ata umbro (26%).

 

Dovrebbe essere un diritto, un beneficio riconosciuto dalla legge per sostenere chi si prende cura di un familiare disabile: di fatto, troppo spesso viene utilizzata come un “privilegio”, dando luogo a una sacca di “abusi” e, di conseguenza, alla “caccia ai furbetti”. Parliamo della legge 104/1992: in particolare, del diritto al congedo lavorativo, ma anche all’avvicinamento della sede di lavoro, che questa riconosce a chi concilia lavoro e assistenza. In altre parole, ai lavoratori che sono anche caregiver. O ai caregiver che sono anche lavoratori. Dei “furbetti della 104” si parla ormai tanto quanto dei “falsi invalidi”: c’è il lavoratore che, in congedo per assistenza, viene sorpreso a zappare la terra, o addirittura a svolge un altro lavoro. Tanto che non sono poche le aziende che fanno addirittura pedinare da un detective il lavoratore “in 104”, per far eventualmente valere il diritto al licenziamento per giusta causa, nel momento in cui l’abuso venisse alla luce.

 

Ora ci pensa anche il ministero dell’Istruzione, a mettere a punto un sistema di controllo più rigido, al fine di combattere un fenomeno che, all’interno delle scuole, pare particolarmente diffuso. Anche perché qui l’incidenza della 104 è molto forte anche rispetto ai trasferimenti e alla scelta di sede, su cui ha avuto finora una corsia preferenziale chi avesse i benefici della 104. Stando infatti agli ultimi dati pubblicati dal Miur, ormai più di un anno fa, docente e personale Ata ricorrerebbero ai benefici della 104 in proporzioni che niente hanno a che vedere con i dipendenti delle altre aziende. Solo qualche dato: la Sardegna detiene il primato degli insegnati “con la 104”, con una percentuale del 18,27%. Seguono Umbria (17,17%) e Sicilia (16,75%). Ancor più “sospetti” sono i dati relativi al personale Ata: in questo caso, i primato spetta all’Umbria, dove addirittura il 26,27% del personale amministrativo, tecnico e ausiliario usufruisce della 104 e dei congedi da questa assicurati. Seguono Lazio (24,78%) e Sardegna (23,30%). Vale la pena di ricordare che, nelle aziende private, queste percentuali difficilmente superano l’1.5%.

 

E’ evidentemente impossibile dove finisca il bisogno reale e dove inizino abuso e furbizia. Sta di fatto che i numeri destano sospetti e producono, ora, le contromisure del ministero dell’Istruzione, allertato già due anni fa dal caso-simbolo di una scuola di Menfi, in provincia di Agrigento, dove 70 insegnanti su 170 beneficiavano della 104. E’ da lì che iniziò quindi un lavoro di verifiche e controlli da parte dello stesso ministero dell’Istruzione, di concerto con l’Inps. E ora, fa sapere il sottosegretario al Miur Davide Faraone, questo sistema di controllo sarà esteso e intensificato, sia tramite convocazioni a visita da parte della commissione dell’Inps, sia tramite la verifica di come effettivamente i permessi e i benefici vengano utilizzati. Inoltre, il Miur ha messo mano alle norme sulla mobilità degli insegnanti: la precedenza sarà data ai genitori di bambini con disabilità. Questo, al fine di ridurre il “vantaggio” che gli insegnanti con la 104 hanno nei confronti dei colleghi, in sede di richiesta di trasferimento. E di ridistribuire più equamente questo diritto e questa possibilità.