Col ritorno del caldo, si riaccende il dibattito sul dress code a scuola, fra studenti che chiedono più libertà e docenti che chiedono maggiore decoro.
Dress code scuola: come ogni anno in questo periodo, torna la polemica sul dress code scolastico.
La scuola è già al centro del ciclone per la polemica sulle mascherine, con esponenti del Governo che richiedono la rimozione e altri che invitano alla cautela.
Gli studenti, però, con l’arrivo del caldo, dovranno stare attenti anche a come si vestono negli ambienti scolastici.
Vediamo la questione nel dettaglio.
Dress code scuola: la vicenda
L’ultima polemica sul dress code proviene dal famoso social Facebook.
Una docente del liceo classico Pilo Albertelli ha raccontato di aver ripreso una sua studentessa per indossare un “abbigliamento poco consono all’ambiente scolastico”. La studentessa aveva subito ribattuto: la questione era finita in mano al vicepreside, per concludere poi in un nulla di fatto.
Ed è qui che accade il fatto: al post della docente del liceo romano, risponde una docente di Genova, scrivendo:
“Questa zocc*letta avrà quello che si merita non appena troverà un superiore nella vita lavorativa”.
Il commento non è ovviamente passato inosservato e ha alzato un polverone, soprattutto fra gli studenti. Non è la prima volta che si scatena la polemica per appellativi dati dai docenti poco consoni, nei confronti di studenti e studentesse.
Il presidente dell’Associazione Nazionale Presidi della Regione Lazio ha detto:
“Se è vero che il docente ha postato sui social quella frase, non solo ha commesso una grave scorrettezza, ma dovrebbe essere sospeso dall’insegnamento”.
Dress code scuola: esistono regole generali sull’abbigliamento scolastico?
In Italia, non ci sono regole generali riguardo il dress code scolastico.
Le regole vengono dettate da circolari interne degli istituti scolastici, che vietano alcuni indumenti o accessori.
La maggior parte delle linee guida riguardano “regole non scritte”: niente abiti troppo succinti, costumi da bagno o ciabatte. Ma, come precisato da Tommaso Biancuzzi, Coordinatore della Rete nazionale degli studenti medi:
“Canottiera e pantaloncini, con questo caldo, significano sopravvivenza, non è una questione di decoro. Sdoganiamo questo tabù del corpo delle donne, le braccia scoperte sono sopravvivenza, specialmente con questo caldo», e «a nessuno verrebbe mai in mente di andare a scuola in costume e e infradito, basta affidarsi al buon senso”.
La polemica, quindi, si estende oltre all’abbigliamento estivo degli studenti, comprendendo anche il loro modo di essere e apparire.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it
Sono d’accordo con il Coordinatore Rete Nazionale degli studenti medi. Con questo caldo é impossibile mettersi dei pantaloni.