No alla didattica per competenze, annienta la qualità della scuola. A Padova convegno nazionale “Fatica sprecata! Può esistere la Scuola se il Paese e la società non hanno una idea di Scuola?”
“La didattica per competenze, imposta dal Miur anche attraverso l’Esame di Stato, sta annientando la qualità della scuola italiana e sta sfornando giovani diplomati che non conoscono le discipline”. Ad affermarlo è Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, intervenendo in apertura del convegno nazionale “Fatica sprecata!”, organizzato dalla Gilda degli Insegnanti di Padova – Rovigo e dall’associazione Docenti Articolo 33, che si è svolto questa mattina nell’auditorium dell’ITIS “Francesco Severi” di Padova.
Frank Furedi, professore emerito di Sociologia all’Università del Kent, riferendosi alla sua esperienza vissuta nelle scuole inglesi e statunitensi, ha constatato che lo scopo dell’istruzione è ormai diventato quello di impartire metodologie, concentrandosi sul saper fare e trascurando il sapere. “È assodato, invece, – ha sottolineato – che le conoscenze disciplinari sono fondamentali e che sempre lo saranno, nonostante gli apologeti del know-how sostengano che l’insegnamento del futuro sarà basato soltanto sulle competenze”.
Furedi ha chiuso il suo intervento consigliando ai docenti presenti in platea di resistere a questa deriva coltivando sempre di più la passione per le proprie materie e approfondendone le conoscenze, così da trasmettere agli studenti un interesse vivo e sincero.
Il percorso
Giovanni Carosotti, docente di Storia e Filosofia, ha evidenziato come il passaggio dalla scuola delle conoscenze a quella delle competenze sia un processo iniziato 20 anni fa con la riforma Berlinguer e proseguito, senza distinzione di colore politico, da tutti i governi che si sono succeduti. “Un processo il cui apice è rappresentato dall’abolizione della traccia di Storia dall’esame di Maturità che con un colpo di spugna cancella il rapporto tra passato e presente. Ad una programmazione orientata agli argomenti e non alle discipline, – ha esortato Carosotti – noi insegnanti abbiamo il diritto e il dovere di replicare ricordando e ricordandoci che il collegio dei docenti è sovrano. Non può esistere un metodo assoluto, bisogna lasciare al singolo insegnante la libertà di scegliere quello che la sua professionalità ritiene più adatto alle esigenze della classe”.
Secondo Roberta De Monticelli, professoressa di Filosofia della Persona all’Università Vita Salute San Raffaele e direttrice del centro di ricerca Persona, “è sbagliato sostituire i valori dello sviluppo della personalità umana a quello dell’impiegabilità. Oggi la scuola ha ancora più bisogno di ieri dei principi fondanti dell’Umanesimo che non è eredità del lontano passato, ma è strettamente legato al presente. Nella scuola delle competenze c´è una drammatica assenza di un principio guida”.