La scuola come baluardo nel contrasto alle discriminazioni: una recente indagine della fondazione Openpolis fornisce alcuni spunti interessanti sul ruolo e le responsabilità delle istituzioni.
Le disuguaglianze di natura economica, sociale e culturale minacciano l’integrazione armoniosa dei minori stranieri all’interno della società. In tale contesto, il ruolo centrale svolto dall’istruzione emerge come elemento fondamentale non solo per la trasmissione del sapere, ma anche per il contrasto efficace alle discriminazioni. Tuttavia, numerosi ostacoli rallentano il processo di inclusione scolastica.
Contrasto alle discriminazioni e responsabilità della scuola
La lotta contro le discriminazioni costituisce la linfa vitale del percorso di integrazione per bambini e ragazzi di origini straniere, una realtà ampia e variegata che include minori stranieri non accompagnati, giovani senza cittadinanza italiana e quelli di cittadinanza mista. In questa complessa tessitura sociale, più di 1,3 milioni di individui, secondo le stime dell’istituto di statistica, navigano tra sfide uniche.
Dalla vulnerabilità dei minori stranieri non accompagnati, con la mancanza di un sostegno genitoriale in un paese estraneo, al milione di giovani sotto i 18 anni privi di cittadinanza italiana e ai circa 300.000 minori italiani con genitori immigrati, le sfide sono molteplici e differenziate.
Tuttavia, l’approccio semplificato di etichettatura “italiano” o “straniero” risulta fuorviante, poiché le esperienze di vita di questi giovani sono straordinariamente diverse. Ciò nonostante, molti di loro affrontano quotidianamente discriminazioni legate a fragilità economiche, rischi di esclusione educativa e sociale, nonché esposizione a fenomeni di discriminazione e bullismo.
Le dusuguaglianze economiche e sociali come ostacolo
Le disparità economiche, sociali ed educative agiscono come catalizzatori di discriminazioni. Il rapporto Istat sulla povertà assoluta evidenzia come le famiglie con almeno un minore straniero abbiano una percentuale di povertà assoluta che sfiora il 12%, rispetto all’8,3% delle famiglie in generale. Questo divario si accentua ulteriormente in base alla cittadinanza, con tassi che raggiungono il 36,1% nelle famiglie composte esclusivamente da stranieri.
Scuola: Il Cuore delle Politiche di Inclusione
Nonostante le sfide, il potenziale inclusivo dell’istruzione è innegabile. Tuttavia, i tassi di scolarizzazione inferiore tra i minori stranieri nei primi anni di vita costituiscono un ostacolo significativo. Prima dell’obbligo scolastico, meno dell’80% dei minori stranieri è inserito in percorsi educativi, rispetto al 95,1% dei loro coetanei italiani.
Questi ritardi si riflettono in difficoltà di apprendimento e alti livelli di ritardo scolastico. Aumentano le probabilità di iscrizione a classi inferiori rispetto all’età anagrafica, fenomeno che coinvolge uno su 4 studenti con cittadinanza non italiana e quasi uno su 2 nelle scuole superiori.
Discriminazioni e isolamento sociale
Le disuguaglianze si traducono anche in una difficoltà di inserimento sociale, con l’indagine Istat del 2020 che segnala il doppio dell’incidenza di ragazzi stranieri privi di amicizie nel tempo libero rispetto ai loro coetanei italiani.
Purtroppo, i giovani stranieri subiscono più frequentemente atti discriminatori e bullismo. Quasi la metà degli studenti delle scuole secondarie dichiara di aver subito episodi di bullismo, una percentuale significativamente più alta rispetto agli studenti italiani.
Scuola: la chiave dell’inclusione
Questi fenomeni, apparentemente disconnessi, compongono il quadro delle disuguaglianze che affliggono i minori stranieri. La ricerca ha dimostrato legami tra segregazione socio-economica e problemi comportamentali, bullismo e discriminazioni.
La scuola, intesa come comunità educante, diventa il denominatore comune per affrontare queste sfide. Deve essere il fulcro delle politiche anti-discriminazione, in quanto è il luogo dove le culture diverse possono incontrarsi in un contesto educativo di confronto e rispetto reciproco.
Le politiche di inclusione devono partire da una mappatura accurata delle esigenze dei minori stranieri sul territorio. In Italia, oltre un milione di minori con cittadinanza non italiana, pari all’11,4% dei residenti sotto i 18 anni, abitano principalmente nel centro-nord.
Presupposto di queste politiche è il riconoscimento delle sfaccettature locali, con una percentuale significativa di minori stranieri nelle città più grandi del centro-nord, quali Prato e Piacenza.
In conclusione, la scuola, con il suo ruolo centrale, può essere il trampolino di lancio per un’Italia inclusiva, rispettosa delle diversità e capace di colmare le disuguaglianze fin dalla giovane età.
Il dossier di Openpolis
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it