UIL, cassa integrazione, uil, ocse“Dopo la sentenza della Corte Costituzionale per la UIL e la UIL Pensionati il Governo avrebbe dovuto fare una cosa molto semplice: ripristinare il diritto alla rivalutazione delle pensioni e discutere e definire, con i sindacati dei pensionati, le modalità e l’entità dei rimborsi per il passato. Il Governo, invece, ha scelto una strada completamente sbagliata”. Lo hanno sostenuto Domenico Proietti, Segretario confederale UIL e Romano Bellissima, Segretario generale UIL Pensionati nel corso dell’audizione presso l’XI Commissione Lavoro della Camera dei Deputati.

 

“Applicando il decreto un pensionato, con un trattamento tra 3 e 4 volte il minimo, a fronte di 3.074,88 euro lordi spettanti per la mancata indicizzazione 2012, 2013 e per gli effetti che questa ha avuto sul 2014 e 2015, avrà 726 euro lordi una tantum, il 23,61% di quanto dovuto. Percentuale che scende al 4,55 % per le pensioni tra le 5 e le 6 volte il trattamento minimo che riceveranno 278 € di rimborso una tantum invece di circa 6.100 € lorde.

 

Nel 2016 è previsto per il recupero dell’indicizzazione solo un adeguamento di circa 180 € annui per i trattamenti in essere tra le 3 e le 4 volte il minimo pari ad appena il 21% della somma dovuta (848 € lordi annui). Così com’è proposta l’integrazione ai trattamenti sarà minima, inadeguata.

 

Per la UIL e la UIL Pensionati bisogna ampliare la soglia di calcolo ripristinando un diritto vero di perequazione.

 

La UILe la UIL Pensionati accolgono con soddisfazione la disponibilità della Commissione emersa nel corso di questa audizione.

 

E si augurano che il Governo – a partire dall’incontro del ministro Poletti con i Sindacati dei pensionati – manifesti la volontà di rivedere il decreto accogliendo le nostre proposte e che durante l’iter di conversione in legge il Parlamento apporti le modifiche che consideriamo necessarie.

 

La Uil Pensionati e la UIL stanno valutando, in assenza di risposte alla nostra richiesta di ristabilire il diritto alla perequazione sancito dalla Corte, la possibilità e l’opportunità di realizzare una class action sul decreto legge n. 65, raccogliendo le migliaia di sollecitazioni che vengono dal mondo dei pensionati”.