Ecco quali sono le novità all’esame del Senato in materia di riforma e riordino della disciplina del Trasporto Pubblico Locale e Regionale.
La complessità dell’impianto normativo del trasporto pubblico locale risulta evidenziata a partire dall’indagine conoscitiva svolta dal 2013 dalla IX Commissione Trasporti.
La complessità riguarda:
- sia le modalità di assegnazione dei servizi di trasporto pubblico locale
- che anche la questione del finanziamento di tale modalità di trasporto, nonché i rapporti tra le competenze legislative locali e nazionali.
Importanti innovazioni arrivavano sul meccanismo di finanziamento del trasporto pubblico locale: il Fondo nazionale per il Trasporto pubblico locale, istituito dalla legge di stabilità 2013 con una consistente dotazione finanziaria annuale, è stato riformato dal decreto-legge n. 50 del 2017.
In particolare con la norma si stabilizzava, in via normativa, l’entità del Fondo e risultavano introdotte innovazioni relativamente alla sua gestione.
Trasporto Pubblico Locale e Regionale: le novità all’esame del Senato
Il disegno di legge allo stato attuale all’esame del Senato intende conferire una delega al Governo per la riforma e il riordino della disciplina in materia di trasporto pubblico locale e regionale.
Gli assi principali dell’intervento di riordino sono quattro:
- la ridefinizione dei livelli essenziali di servizio universale, da garantire attraverso il sussidio delle risorse pubbliche e conseguente determinazione dei loro costi standard;
- il recupero di efficienza ed efficacia del sistema, attraverso il superamento di sovrapposizioni e parallelismi e l’impianto di un processo di integrazione tra le diverse modalità di trasporto;
- il perseguimento della liberalizzazione del trasporto su gomma e la programmazione e intensificazione dei processi di liberalizzazione del trasporto ferroviario universale, nazionale e regionale;
- l’incentivazione dell’attività di impresa ferroviaria al fine di favorire la concorrenza tra i vettori.
Rispetto ai criteri sino ad oggi adottati, occorre integrare, ai fini dell’individuazione dei livelli essenziali di servizio:
- i parametri relativi alla percentuale di equilibrio tra la quota di copertura dei costi affidata alla contribuzione pubblica e quella generata dalle tariffe
- con i parametri derivanti dalla densità demografica e dalle caratteristiche geomorfologiche del territorio.
La chiave per realizzare questo duplice obiettivo sta:
- in un’efficace definizione dei costi standard, il cui computo complessivo va posto quale base « garantita » del flusso di trasferimenti di risorse per l’esercizio dallo Stato alle regioni e da queste ai vari enti soggetti di delega.
Questa base, in analogia a quanto già accade per la sanità, potrebbe configurare il fondamento programmatorio di un vero e proprio « Patto per la mobilità », modellato su « livelli essenziali di mobilità » (LEM), le cui risorse dovrebbero essere sottratte ai vincoli del Patto di stabilità.
Il fascicolo del ddl in esame al Senato
Potete leggere qui il testo completo del fascicolo documentale depositato in Senato.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it