Eliminare il taglio ai circa 25 mila assegni liquidati prima del 1° gennaio 2015 per i lavoratori che sono usciti con la pensione anticipata senza aver compiuto i 62 anni. Lo prevede un emendamento al disegno di legge di stabilità (19.55) depositato dalle Senatrici Pd D’Adda, Parenti e Favero all’esame da ieri presso la Commissione Bilancio di Palazzo Madama.
Il provvedimento pone rimedio a quella “svista” contenuta nell’articolo 1, comma 113 della legge di stabilità 2015 (legge 190/2014) con la quale la penalizzazione è stata congelata sino al 31.12.2017 ma solo sulle pensioni aventi decorrenza dal 1° gennaio 2015. Chi raggiunge i requisiti per la pensione anticipata sino al 2017 non subirà il taglio dell’1-2% sull’assegno in nessun caso. Ma chi è andato in pensione entro il 31 dicembre 2014 continua a vedersi l’assegno ridotto, a vita. Con la modifica proposta, sulla quale si dovrà pronunciare la Bilancio entro la fine di questa settimana, si intende in sostanza depenalizzare gli assegni a partire dal prossimo 1° gennaio 2016: “con effetto sui trattamenti pensionistici decorrenti dal 1° gennaio 2016, le disposizioni di cui al comma 113, dell’articolo 1 della legge 190/2014, si applicano anche ai trattamenti pensionistici liquidati negli anni 2012, 2013 e 2014“.
In questa situazione si trovano 21.257 lavoratrici e 4.110 lavoratori secondo una stima diffusa dall’Inps e dalla Commissione Lavoro della Camera dei deputati. «Con la misura in questione, -indica la Senatrice D’Adda – prevediamo il riesame delle pensioni già liquidate, ma con penalizzazioni, perché il titolare ha un’età anagrafica inferiore a 62 anni, visto che la legge di stabilità ha previsto l’eliminazione delle penalizzazioni per le pensioni di anzianità anticipata solo con decorrenza dal 2015».
«Vale la pena di ricordare l’assurdità di tale norma. La penalizzazione è una percentuale per la distanza anagrafica ai 62 anni non sulla durata o la diversa tipologia di contribuzione figurativa, per esempio, se una persona ha utilizzato congedi di vario tipo, per funerale di congiunto o congedo matrimoniale, ha riscattato il periodo di laurea, ha effettuato giornate di sciopero, ma ha 62 anni non subisce penalizzazione, se avesse usato anche solo una settimana di disoccupazione nell’arco di tutta la vita lavorativa, ma fosse andata in pensione a 61 anni ha la penalizzazione». Gli oneri per il superamento delle penalizzazioni ante 1° gennaio 2015, appaiono comunque “particolarmente risibili” ha indicato la D’Adda.