pensioni pensioneAncora in bilico il dossier sulla flessibilità delle pensioni: la decisione finale prevista in un vertice tra Renzi e Padoan fissato per per fare il punto su impieghi e risorse della legge di stabilità per il via libera il 14 o il 15 ottobre.

 

Resta in bilico il dossier sulla flessibilità delle pensioni, con due opzioni sul tavolo per alleggerire l’onere finanziario a carico dello Stato. La decisione finale sull’inserimento o meno in Legge di stabilità è attesa lunedì al vertice in programma a Palazzo Chigi tra il premier Matteo Renzi, il ministro dell’ conomia Pier Carlo Padoan e i tecnici del Mef per fare il punto su impieghi e risorse della manovra per il via libera il 14 o il 15 ottobre.

 

Intanto, si definiscono i dettagli del piano anti-povertà con una dotazione strutturale complessiva da 1,5 miliardi di euro circa, di cui 1 miliardo di risorse ‘fresche’. Sul fronte pensionisembrano esserci ancora difficoltà per trovare le coperture dei costi immediati di un sistema di assegni anticipati con penalizzazioni. E’ dunque possibile che nella manovra trovino spazio solo le misure sugli esodati, opzione donna e disoccupati over 55-65. In alternativa, però, non è tramontata l’opzione del prestito aziendale per attenuare l’impatto sui conti delle misure nella convinzione che le aziende abbiano tutto l’interese a procedere al ricambio generazionale e dunque sarebbero favorevoli al prestito perché nel medio-lungo periodo risulterebbe più conveniente dell’esborso della liquidazione di un pensionato che si ritira con l’attuale ordinamento.

 

L’altra opzione è invece di un mix tra il prestito aziendale e risorse pubbliche. La decisione finale arriverà lunedì e la possibilità che si rimandi tutto ad altra sede resta alta. Intanto avanza la definizione del Piano anti-povertà, fortemente voluto dal governo per mettere per la prima volta a regime nel welfare italiano un intervento strutturale per dare sollievo a un milioni di minori indigenti per circa 600-700mila famiglie il cui reddito annuo medio non oltrepassa i 3mila euro.

 

Una strategia in due tempi quella messa a punto dal governo: un fondo con una dotazione complessiva di 1,5 miliardi (1 miliardo le risorse fresche) da inserire in Legge di stabilità per interventi permanenti da mettere a sistema in una legge delega che entro l’estate ridisegnerà l’assistenza sociale su questo fronte. Nel dettaglio le risorse del Fondo serviranno il finanziamento del nuovo Sia (1 miliardo) e l’Asdi (500 milioni). Quest’ ultime risorse verrebbero attivate tramite il decreto attuativo del Jobs Act sugli ammortizzatori sociali.