Nonostante gli accordi per i contratti più “corposi” siano stati completati entro la fine dell’anno scorso l’ARAN ha ancora alcune trattative di rinnovo aperte per alcune aree del Pubblico Impiego: ecco gli ultimi aggiornamenti.
Come sappiamo infatti a novembre dell’anno scorso sono giunti a conclusione i negoziati per tre grandi aree contrattuali nell’ambito del pubblico impiego.
Nello specifico:
- la firma del contratto riguardante il comparto sanità è arrivata il 2 novembre
- la sottoscrizione dell’ipotesi economica del contratto istruzione e ricerca (per la parte normativa proseguono le trattative), si è conclusa in data 11 novembre
- e infine è stato raggunto l’accordo, il 16 novembre, sul testo definitivo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro del Comparto funzioni locali.
Tuttavia ci sono ancora alcune aree contrattuali in trattativa: scopriamo dunque quali sono le ultime novità in tal senso.
Rinnovo contratti nel Pubblico Impiego: gli ultimi aggiornamenti
In questo periodo all’ARAN sono aperte due trattative per il rinnovo dei contratti collettivi nazionali per il triennio 2019- 21.
Al tavolo le aree dirigenziali della Sanità (medici), e il rinnovo per la parte normativa del contratto per il comparto Istruzione e ricerca, di cui è già stato sottoscritto a dicembre l’accordo economico per 1,2 milioni di dipendenti.
Mentre invece ha già visto la conclusione di recente quello della dirigenza del CCNL Funzioni Centrali.
Scopriamo dunque quali sono le ultime novità relative a queste trattative ancora aperte.
Istruzione e ricerca
Facciamo il punto della situazione a partire dalla trattativa sul comparto Istruzione e ricerca, che risulta molto complessa perché riguarda quattro settori:
- scuola
- università (personale amministrativo)
- enti di ricerca
- e accademie e conservatori.
Ogni settore ha infatti una sua specificità e un proprio ordinamento. Per questo motivo non è semplice riassumere il tutto per trovare un accordo complessivo.
Questa trattativa riguarda, come detto, la parte normativa e gli ordinamenti professionali di ogni singolo settore. Per la parte economica, occorre utilizzare le risorse finanziarie aggiuntive messe a disposizioni dalle precedenti leggi di bilancio, che sono:
- 300 milioni di euro per la scuola, messi a disposizione della contrattazione tramite atto di indirizzo integrativo del Ministro per l’istruzione e il merito, Giuseppe Valditara;
- 66,63 milioni per l’università;
- 53,46 milioni per la ricerca;
- 9,57 milioni per AFAM.
Per questi settori i soli incrementi mensili aggiuntivi sono pari a:
- 70 euro per AFAM
- 116 euro per gli enti di ricerca
- e 66,63 euro per le università.
Queste risorse sommate a quelle già corrisposte con l’accordo di dicembre consentono incrementi medi complessivi mensili così suddivisi:
- scuola 118 euro (124 per i docenti);
- università 164,48 euro;
- AFAM 169,28 euro;
- enti di ricerca 263,25 euro (questi ultimi riguardano essenzialmente gli enti di ricerca vigilati dal Ministero università e ricerca).
Dirigenza medica e sanitaria
Per l’area dirigenziale della Sanità (medici) la trattativa sta proseguendo in modo produttivo, anche se le criticità sono molte, e a seguito delle prossime riunioni dovrebbero essere più chiari i tempi per la conclusione dell’accordo.
Si parla comunque di un aumento che potrebbe essere all’incirca di 200 euro al mese a Dirigente. Con il riconoscimento degli arretrati a partire dal 2018.
Allo stato attuale comunque l’ARAN ha dimostrato disponibilità a trovare soluzioni nei confronti delle seguenti proposte condivise da tutta l’intersindacale:
- relazioni sindacali: valorizzare e rendere esigibile il “confronto sindacale” soprattutto su incarichi, orario di lavoro, straordinario e pronte disponibilità, fermi restando i temi di contrattazione;
- incarichi: assegnazione automatica degli incarichi di base appena superato il periodo di prova e avvio dei processi di valutazione da parte del collegio tecnico 90 giorni prima della scadenza dei cinque anni ed assegnazione automatica degli incarichi entro 60 giorni da tale valutazione. Inoltre aumento della retribuzione di posizione fissa degli incarichi di lettera b, c, d ed aumento dell’importo della clausola di garanzia;
- orario di lavoro: limitare l’utilizzo della riserva oraria di quattro ore settimanali di aggiornamento esclusivamente a tale finalità e non all’assistenza;
- patrocinio legale: eliminare il passaggio in cui si dispone il “previo comune consenso con l’Azienda” in tema di scelta del proprio legale.
Firmato il CCNL della dirigenza funzioni centrali
A fine maggio, invece, è arrivata la firma sul contratto della dirigenza Funzioni Centrali, che riguarda circa 6.200 tra dirigenti pubblici e professionisti.
Il nuovo contratto, consentirà di riconoscere aumenti medi del 3,78%, parte dei quali sono stati destinati a retribuzione di risultato. Le amministrazioni potranno inoltre riconoscere ulteriori incrementi fino allo 0,22% del monte salari con destinazione vincolata a retribuzione di risultato.
Il contratto riguarda dirigenti pubblici e professionisti di Ministeri, Agenzie fiscali ed Enti pubblici non economici. Sono ricompresi anche i dirigenti sanitari del Ministero della salute, dell’AIFA e i professionisti medici degli enti previdenziali.
Il rinnovo, tra le novità più rilevanti, pone l’accento sulla graduazione della retribuzione accessoria, che dovrà considerare non soltanto i risultati conseguiti, ma anche la natura più o meno sfidante degli obiettivi fissati. Si differenzia, inoltre, la retribuzione di risultato riconoscendo in modo selettivo retribuzioni significativamente più elevate.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it