Entro la fine del mese si conosceranno i dettagli del progetto del Governo sulla flessibilità in uscita e sugli altri temi, dai lavori precoci alla proroga dell’opzione donna sino agli esodati. Settembre sarà un mese cruciale su pensioni, lavoro ed ammortizzatori sociali. Il calendario degli appuntamenti è piuttosto fitto in vista della presentazione della Legge di Bilancio ad ottobre, anticipata dalla Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza che il Governo presenterà alle Camere intorno al 20 Settembre. Sarà quello il primo documento nel quale si farà una prima cernita delle risorse a disposizione per il prossimo anno per i vari capitoli di spesa. Sulle pensioni dal 12 settembre la Commissione Lavoro della Camera riprenderà i lavori parlamentari sull’ottava salvaguardia con l’obiettivo di raggiungere un accordo politico su un testo base e ricevere quindi l’Ok dell’esecutivo. Il disco verde di Palazzo Chigi non è tuttavia affatto scontato dato che il Governo vorrebbe chiudere definitivamente il capitolo.
Sul tavolo c’è la questione della proroga dell’opzione donna: entro la fine del mese di Settembre alle Camere dovrebbe essere trasmessa una relazione sull’impiego delle risorse messe a disposizione dall’ultima legge di stabilita’: i risparmi, prevede la legge, devono essere impiegati per il finanziamento di una ulteriore proroga della suddetta sperimentazione che, questa volta, potrebbe interessare anche le lavoratrici nate nell’ultimo trimestre del 1958 (e forse si potrebbe andare anche oltre). Poi c’è il tema della flessibilità in uscita con i correttivi alla Legge Fornero a cui sta lavorando il Sottesegretario Tommaso Nannicini: oltre all’APE, cioè il prestito pensionistico pagato da banche ed assicurazioni per che interesserebbe i lavoratori che hanno raggiunto i 63 anni di età dal prossimo anno (qui gli ulteriori dettagli sulla misura), è quasi sicuro un intervento sulle carriere discontinue con la possibilità di consentire il cumulo gratuito (e senza limiti) dei periodi assicurativi maturati nelle diverse gestioni della previdenza pubblica obbligatoria. Quasi certamente è in arrivo un rilancio anche della previdenza integrativa.
Da sciogliere le modifiche sui lavori usuranti e sui lavori precoci nonchè sulle pensioni minime che potrebbero guadagnare una quattordicesima più succosa e/o un ampliamento della no tax area. Qui i correttivi dipenderanno dalla risorse messe a disposizione dall’esecutivo. Dall’approvazione dell’APE dipende anche la sorte della proroga degli ammortizzatori sociali come indennità di mobilità, disoccupazione speciale edile e trattamenti in deroga che dal prossimo anno cesseranno completamente di esistere. I sindacati chiedono una ulteriore proroga di questi strumenti per far fronte alla crisi di diversi distretti industriali nonchè misure di sostegno in favore dei lavoratori stagionali. Poi c’è il capitolo sulle politiche attive: con l’avvio dell’Anpal si attende il decollo dell’assegno di ricollocazione, del portale nazionale per le politiche attive e del rafforzamento dei meccanismi di condizionalità nell’accesso ai nuovi ammortizzatori sociali coniati dal Jobs Act (Naspi, Dis-Coll e Asdi).
Sulle pensioni è quasi sicuro tuttavia un secondo intervento nel 2017 che coinvolgerà i temi che non potranno essere affrontati nelle prossime settimane. Ad iniziare dai giovani nel contributivo puro. Si punta in particolare a garantire una forma di sostegno per coloro che hanno carriere fortemente discontinue, cioè con lunghi buchi contributivi, derivanti da attività precarie, part time o di lavoro nero. Se non si interviene il futuro per questi soggetti sarà drammatico dato che il contributivo non consente, a differenza del vecchio sistema retributivo, il recupero dell’importo dell’assegno negli ultimi anni di lavoro. E questi soggetti in futuro avranno pensioni da fame, di poco superiori all’assegno sociale. Per i giovani potrebbe venir meno la condizione che ancora l’uscita a 63 anni e 7 mesi alla garanzia che l’importo dell’assegno risulti non inferiore a 2,8 volte il valore dell’assegno sociale. Una modifica fortemente voluta dal Presidente della Commissione Lavoro, Cesare Damiano. Tra le modifiche possibili anche una revisione della speranza di vita con la previsione di tetti oltre i quali non si potrà andare e poi la questione della rivalutazione degli assegni con il ritorno ad aliquote di perequazione più favorevoli per le pensioni più elevate.
Uil: Settembre sarà un mese cruciale
Secondo il Leader della Uil, Carmelo Barbagallo Settembre sarà l’appuntamento chiave su diversi fronti aperti con il governo, a partire dalle pensioni e dai contratti pubblici: “In vista della legge di Bilancio, bisogna definire con un arco temporale piu’ lungo le risorse necessarie e gli interventi da mettere in campo” sul terreno previdenziale, in primis la flessibilita’ in uscita, ha detto Barbagallo, riferendosi al confronto che la prossima settimana riprendera’ tra governo e sindacati sui temi del lavoro e delle pensioni (gia’ fissati le riunioni per il 6, il 7 e il 12 settembre). Barbagallo ha ribadito l’auspicio di arrivare ad un’intesa a meta’ settembre: “Mi auguro che il confronto sulle pensioni sia finale”, ha detto, richiamando il tema della flessibilita’ in uscita ma anche degli esodati, dei lavoratori precoci, dei lavori usuranti, dei pensionati piu’ poveri. E ha rimarcato che “siamo determinati rispetto a intese ragionevoli e dignitose”. Il numero uno della Uil ha quindi ribadito che, in assenza di risposte, il sindacato e’ pronto allo sciopero: “Se rispetto agli impegni presi non ci saranno risultati essenziali, se non si faranno i contratti, se non si fara’ la flessibilita’ in uscita non potremo mandargli una cartolina.