Confermati i punti concordati con i sindacati nel documento siglato lo scorso 28 settembre. Attesa per conoscere l’eventuale inserimento in manovra di un’ottava salvaguardia pensionistica e di una proroga ulteriore dell’opzione donna.
Attesa per la presentazione ufficiale della Legge di Bilancio alla Camera. Il provvedimento che doveva essere depositato la scorsa settimana arriverà questa settimana a causa di alcuni ritardi nella messa a punto dei testi da parte dei tecnici. Il documento inizierà dalla prossima settimana il proprio percorso in Commissione Bilancio alla Camera che si concluderà entro la fine di Dicembre proprio alla Camera con una terza lettura dopo il via libera del Senato.
Nel documento inviato dal Governo a Bruxelles per i pensionati in essere ci sarà un aumento dell’importo della c.d 14sima (del 30%) per i pensionati con reddito fino a 1,5 volte il TM (750 euro mensili) e l’estensione della stessa nel suo importo originario ai pensionati con reddito compreso tra 1,5 volte il TM e 2 volte il TM (tra 750 euro e 1.000 euro mensili); oltre all’incremento della no tax area per i pensionati con meno di 75 anni. Sul fronte della flessibilità in uscita si prevedono agevolazioni per l’accesso al pensionamento per i lavoratori con anzianità contributive in più gestioni prevedendo il cumulo dei periodi assicurativi senza oneri aggiuntivi per gli stessi;il potenziamento delle agevolazioni per l’accesso al pensionamento dei lavoratori sottoposti ai c.d.lavori usuranti. Il beneficio sarà riconosciuto nell’ambito di risorse programmate specifica il documento del Governo.
Ci saranno agevolazioni per l’accesso al pensionamento dei lavoratori c.d. precoci (con almeno 1 anno di lavoro effettivo prima dei 19 anni) “prevedendo una riduzione del requisito contributivo indipendente dall’età anagrafica di 1 anno e 10 mesi per gli uomini e di 10 mesi per le donne (per le donne già a normativa vigente il requisito contributivo è inferiore di 1 anno a quello degli uomini). Tale riduzione è limitata a determinate categorie (disoccupati senza ammortizzatori sociali, lavoratori con invalidità superiore al 74%, soggetti dediti all’assistenza di congiunto con handicap grave, lavoratori dediti ad attività usuranti e/o particolarmente gravose come definite da specifiche disposizioni). Anche questo beneficio sarà riconosciuto nell’ambito di “risorse programmate” si legge nel documento consegnato a Bruxelles. Confermato, quindi, quanto avevamo anticipato nei giorni scorsi indicando che anche i soggetti dediti all’assistenza di un congiunto con disabilità grave (si ritiene chi fruisce dei permessi di cui all’articolo 33, co. 3 della legge 104/1992) possano accedere alla cd. quota 41 se hanno lavorato almeno 12 mesi prima del 19° anno di età.
Sul fronte dell’anticipo pensionistico il documento indica che “in via sperimentale dal 1° maggio 2017 al 31 dicembre 2018 per soggetti in condizioni particolari (disoccupati senza ammortizzatori sociali, lavoratori con invalidità superiore al 74%, soggetti dediti all’assistenza di congiunto con handicap grave, se in possesso di anzianità contributiva non inferiore a 30 anni di contributi, lavoratori dediti ad attività particolarmente gravose come definite da specifiche disposizioni, se in possesso di anzianità contributiva non inferiore a 36 anni di contributi) la possibilità di conseguire una prestazione assistenziale non superiore a 1.500 euro mensili di accompagno alla pensione se di età non inferiore a 63 anni (cd. ape sociale). Anche questo beneficio “è riconosciuto nell’ambito di risorse programmate”. E’ inoltre previsto, sottoposto alla “previa verifica delle autorità statistiche circa l’assenza di impatto sulle finanze pubbliche”, un meccanismo sperimentale di prestito a garanzia pensionistica per i soggetti con 63 anni e un’anzianità contributiva minima di 20 anni (il cd. ape volontario).
Se questa è la cornice generale degli interventi programmati si può dire che l’esecutivo dovrebbe aver rispettato i punti concordati con i sindacati lo scorso 28 Settembre (anche se con alcune correzioni in particolare per quanto riguarda un requisito contributivo più elevato con l’APE sociale). La declinazione nel merito di queste misure è, tuttavia, tutta da comprendere. In particolare è da chiarire il funzionamento dell’APE sia quello nella forma volontaria, con costi interamente a carico dei lavoratori, che quello nella forma agevolata. Per il primo il Governo ha parlato di una penalità sulla pensione finale tra il 4,5 ed il 4,7% mentre per il secondo bisogna appurare nel dettaglio le categorie dei lavoratori beneficiari. Resta da verificare, inoltre, la presenza di una ottava salvaguardia pensionistica e di una eventuale proroga dell’opzione donna, temi di cui non c’è traccia nel documento inviato a Bruxelles.