quanto-costa-pace-contributiva-2024Con la circolare 69 – 2024, l’Inps ha chiarito le condizioni per usufruire della cosiddetta pace contributiva: ecco quanto costa, i requisiti e i costi associati.


La legge di Bilancio 2024, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 303 del 30 dicembre 2023, reintroduce infatti per il biennio 2024-2025 la possibilità di riscattare periodi non coperti da contribuzione, riprendendo in gran parte la normativa del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4.

La possibilità di riscattare periodi senza contributi è riservata agli iscritti a una delle gestioni previdenziali gestite dall’INPS, inclusa la Gestione separata, a patto che non abbiano versamenti contributivi prima del 31 dicembre 1995.

Chi può fruirne?

l riscatto è accessibile agli iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO) per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti (IVS) dei lavoratori dipendenti, nonché alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi e alla Gestione separata. È fondamentale che i richiedenti non abbiano anzianità contributiva al 31 dicembre 1995 e non siano titolari di pensione.

È possibile riscattare un massimo di cinque anni di periodi senza contribuzione, anche non consecutivi, purché compresi tra il 1° gennaio 1996 e il 31 dicembre 2023. Chi ha già usufruito di precedenti riscatti può presentare una nuova domanda per ulteriori cinque anni.

Quanto costa la pace contributiva 2024?

Il costo del riscatto contributivo è un aspetto cruciale per chi desidera usufruire della “pace contributiva”. La normativa stabilisce che l’onere a carico dell’assicurato viene determinato secondo i criteri fissati dall’articolo 2, comma 5, del Decreto Legislativo 30 aprile 1997, n. 184. Ecco un approfondimento dettagliato su come viene calcolato questo costo:

Calcolo del costo del riscatto

  1. Base di calcolo:
    • Retribuzione di riferimento: Per determinare il costo del riscatto, si considerano i compensi soggetti a contribuzione nei dodici mesi meno remoti rispetto alla data di presentazione della domanda.
    • Attribuzione temporale: Questa retribuzione viene attribuita temporalmente e proporzionalmente ai periodi che si intendono riscattare. Ad esempio, se un lavoratore vuole riscattare due anni, la retribuzione annuale media degli ultimi dodici mesi viene utilizzata per calcolare l’onere per ciascuno dei due anni.
  2. Aliquota contributiva:
    • Aliquota di finanziamento: Si applica l’aliquota contributiva di finanziamento vigente al momento della presentazione della domanda. Questa aliquota è quella in vigore nel regime previdenziale in cui il riscatto è effettuato.
  3. Rivalutazione del montante contributivo:
    • Rivalutazione: La rivalutazione del montante individuale dei contributi, regolata dalla Legge n. 335/1995, si applica dalla data della domanda di riscatto. Ciò significa che i contributi riscattati vengono adeguati al tasso di rivalutazione stabilito per mantenere il loro valore nel tempo.

Esempio

  • Lavoratore:
    • Età: 67 anni a maggio 2024
    • Contributi: 16 anni nella gestione Separata come parasubordinato
    • Montante contributivo totale: 150.000 euro
  • Dettagli Contributivi:
    • Ultimo contributo nella gestione Separata: anno 2023
    • Primo contributo: anno 1996
    • Interruzione contributiva: dal 2012 al 2022
    • Anni riscattabili: 4
  • Ultimo Reddito (2023):
    • Importo: 30.000 euro
  • Calcolo del Riscatto:
    • Formula: 30.000 euro (reddito degli ultimi 12 mesi) x 33% (aliquota IVS per parasubordinati non iscritti ad altre gestioni) x 4 (anni da riscattare)
    • Totale riscatto: 39.600 euro
  • Montante Contributivo Rivalutato:
    • Montante contributivo iniziale: 150.000 euro
    • Montante contributivo al momento del pensionamento: 189.600 euro (150.000 + 39.600)
  • Pensionamento:
    • Data di pensionamento: 1° giugno 2024
    • Importo pensione annua lorda: 189.600 euro x 5,723% (coefficiente di trasformazione per i 67 anni nel 2024)
    • Importo pensione annua lorda: 10.850,81 euro
    • Importo pensione mensile lordo: 834,68 euro

Modalità di versamento

L’onere di riscatto può essere versato in due modalità:

  1. Unica soluzione: Il lavoratore può scegliere di pagare l’intero importo in un’unica soluzione.
  2. Rateizzazione:
    • Massimo 120 rate mensili: È possibile suddividere il pagamento in un massimo di 120 rate mensili.
    • Importo minimo delle rate: Ogni rata deve essere di almeno 30 euro.
    • Senza interessi: Non vengono applicati interessi per la rateizzazione.

Accredito della contribuzione

Alla data del saldo dell’onere, l’INPS provvede ad accreditare i contributi riscattati. In caso di interruzione del versamento delle rate, verrà comunque riconosciuto un periodo contributivo proporzionale all’importo effettivamente versato fino a quel momento.

Sostegno da parte del datore di lavoro

Per i lavoratori del settore privato, il datore di lavoro può sostenere l’onere del riscatto:

  • Destinazione dei premi di produzione: Il datore di lavoro può utilizzare i premi di produzione spettanti al lavoratore per pagare il costo del riscatto.
  • Deduzione fiscale: Gli importi versati dal datore di lavoro per il riscatto sono deducibili dal reddito di impresa e da lavoro autonomo. Questo rappresenta un vantaggio fiscale per il datore di lavoro, incentivando ulteriormente l’utilizzo di questa possibilità.

Presentazione della domanda

La domanda può essere presentata tra il 1° gennaio 2024 e il 31 dicembre 2025, esclusivamente in via telematica, attraverso i servizi online dell’Inps, il contact center multicanale, o tramite istituti di Patronato. Il datore di lavoro può presentare la domanda per conto del lavoratore, destinando eventuali premi di produzione al pagamento dell’onere.

Il testo della circolare

Qui il documento completo.


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it