Cresce dello 0,8% il numero delle pensioni erogate dalle gestioni pubbliche rispetto allo scorso anno. Lo certifica l’Inps nell’Osservatorio statistico sulle pensioni delle Gestioni Pubbliche aggiornato con i dati relativi alle pensioni erogate dalle Casse un tempo facenti capo all’Inpdap (CTPS, CPDEL, CPI, CPS e CPUG). L’importo complessivo annuo delle pensioni ( importo complessivo mensile moltiplicato 13 ) è di 66.309,2 milioni di euro, con incremento percentuale del 2,1% rispetto all’anno 2015, in cui l’importo risultava di 64.955,3 milioni di euro.
Nella composizione del numero dei trattamenti la fa da padrone la gestione a cui risulta iscritto la generalità dei dipendenti delle amministrazioni statali (Ctps) con oltre il 54% delle prestazioni erogate, segue la cassa pensioni degli enti locali con il 37,5% mentre le altre Casse amministrate dal tesoro rappresentano complessivamente solo circa il 3% del totale. Con riferimento all’importo complessivo annuo, risulta che il 62,6% è a carico della C.T.P.S., che eroga importi medi mensili pari a 1.893,37 euro, il 31,1% a carico della C.P.D.E.L. che presenta importi medi mensili di 1.487,52 e il rimanente 6,3% è erogato d alle altre casse (CPI, CPS e CPUG).
Per la categoria di vecchiaia la classe con maggior numero di pensioni è quella 65 – 69 anni sia per i maschi sia per le femmine, con pesi percentuali pari rispettivamente a 26,5 % per i maschi e a 30,7 % per le femmine . La classe più numerosa dell e pensioni di inabilità è per i maschi quella fino a 60 anni (21,9%), mentre per le femmine è sempre quella 65 – 69 anni, con il 16,1%. Infine per le pensioni ai superstiti la maggiore numerosità si rileva nei maschi con età inferiore ai 60 anni (25,3%) e nelle femmine con età compresa tra 80 e 84 anni (18,5). Guardando all’area geografica, circa il 38,8% della spesa pensionistica complessiva della Gestione Dipendenti Pubblici viene erogata nell’Italia settentrionale, contro il 36,3% dell’Italia meridionale ed isole ed il 24,8% dell’Italia centrale; solo lo 0,1% delle pensioni è erogata all’estero. Il 58,6% del totale dei trattamenti pensionistici, conclude l’Inps, è erogato alle femmine, contro il 41,4% erogato ai maschi.
L’età media complessiva dei titolari di pensioni di vecchiaia e anzianità/anticipate è circa 73 anni sia per i maschi sia per le femmine; quella dei titolari di pensione di inabilità si discosta di circa 2 anni tra i due sessi (71,4 per i maschi e 73,5 per le femmine) . L’età media della categoria superstiti è molto differenziata tra i due sessi; è infatti pari a 66,2 anni per i maschi e a 77,4 anni per le femmine , con scostamento assoluto di 11,2 anni.
Dall’analisi della serie storica delle pensioni l’Inps certifica come, nell’arco temporale considerato, a fronte di un aumento del numero delle pensioni pari al 2%, gli importi medi sono aumentati del 3,3 %. In particolare gli aumenti più consistenti si riscontrano nel numero delle pensioni di vecchiaia, mentre per il numero delle pensioni di inabilità si riscontra una riduzione pari al 5,9 %. Per quanto riguarda gli importi si hanno incrementi del 3,4% per le pensioni di vecchiaia e anzianità, del 2,7% per quelle di inabilità; infine, le pensioni erogate ai superstiti presentano un lieve incremento dello 0,8%.
La distribuzione delle pensioni per categoria e classi di importo mensile mette in evidenza che circa il 18,2% delle pensioni pubbliche ha un importo mensile inferiore ai 1.000 euro, il 51,3 % tra 1.000 e 1.999,99 euro e il 22,8 % di importo tra 2.000 e 2.999,99 ; in fine, il 7,8% ha un importo dai 3mila euro mensili lordi in su. La classe modale del totale dei trattamenti è quella compresa tra 1.250 ed 1.499,99 euro, con il 13,9 % di essi.