Secondo le stime, è previsto un turnover di oltre mezzo milione di dipendenti nella Pubblica Amministrazione, nei prossimi cinque anni: ecco cosa sapere.
Aria di novità nella Pubblica Amministrazione: tra il 2024 e il 2028, infatti, sono previsti circa 738mila nuovi ingressi, a fronte delle uscite per il pensionamento. Il numero è determinato, per quasi il 92%, dalla componente di sostituzione, che coinvolgerà 676mila dipendenti.
Questi i dati emersi dal “Rapporto “Previsione dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a medio termine”, realizzato da Excelsior insieme ad Unioncamere.
L’impiego pubblico sarà il settore a maggiore tasso di sostituzione, nei prossimi anni, a causa dell’elevata età media dei dipendenti.
Vediamo nel dettaglio.
Turnover Pubblica Amministrazione: interesserà oltre mezzo milione di dipendenti
Il report pubblicato delinea il mondo del lavoro nei prossimi cinque anni. Tra le figure più ricercate sicuramente gli statali, a causa del grosso turnover atteso.
Sono previste, inoltre, più di 60mila assunzioni aggiuntive alla sostituzione dei pensionamenti.
Le nuove assunzioni interesseranno:
- 45% per i servizi generali e l’assistenza sociale obbligatoria;
- 33% per l’istruzione, per soddisfare le esigenze del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr);
- 21% per il settore sanità, per ridurre le carenze strutturali che hanno caratterizzato il settore negli ultimi anni.
I fabbisogni nella Pubblica Amministrazione pesano sia riguardo la carenza dei dipendenti pubblici e sia per la mancanza di competenze adeguate. Il tutto incide sul funzionamento degli uffici pubblici, della sicurezza, della sanità, dell’istruzione e dei servizi essenziali.
Quali saranno le figure maggiormente richieste?
L’analisi evidenzia un bisogno di figure qualificate e ad elevata specializzazione, in grado di gestire i progetti e le procedure del Pnrr.
Si stima che, fino al 2027 i dirigenti e le figure ad elevata specializzazione (avvocati, magistrati, professori, medici e altre figure specialistiche) rappresenteranno circa il 42% del fabbisogno del settore pubblico. Seguiti dalle figure tecniche (specialmente in capo scientifico e ingegneristico) col 23% e dagli impiegati col 21%.
Dirigenti e professioni con elevate specializzazioni serviranno anche al settore dell’istruzione (col 78%), mentre scenderanno al 27% per la pubblica amministrazione e nel settore sanitario (21%).
Nella PA è ancora consistente il fabbisogno di impiegati (circa il 35%), seppur qualificati.
L’ingresso di personale qualificato, con alto tasso di competenze digitali e tecnologiche, permetterà alla PA di procedere col percorso di digitalizzazione, come previsto nel Pnrr.
Proprio per questo, saranno circa 590mila i dipendenti pubblici laureati assunti (circa l’80%). Seguiti da 118mila assunzioni di profili con formazione secondaria di secondo grado tecnico-professionale e 30mila unità con diploma di liceo.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it