In un emendamento del Decreto Lavoro, è stata inserita la proroga dello smart working, fino al 31 dicembre, ma solo per il privato: vediamo nel dettaglio.
Ieri, 8 giugno 2023, è stato approvato, dalla Commissione Affari Sociali del Senato, un emendamento che prevede più tempo per ricorrere al lavoro agile, fino a fine anno.
Si tratta di una misura prevista solamente per i lavoratori del settore privato. Vediamo tutti i dettagli.
Proroga smart working 31 dicembre privato: cosa sappiamo
Come riferito dalla relatrice del provvedimento, Paola Manci di Fratelli d’Italia, si sta lavorando alla rinegoziazione dei termini e delle scadenze. Il diritto al lavoro agile sarebbe scaduto il prossimo 30 giugno e la scadenza rimarrà per i lavoratori del settore pubblico.
La misura, infatti, sarà valida solamente per i lavoratori del settore privato, per adesso.
Come specificato, per il settore pubblico è in corso “un approfondimento”, per verificare le coperture e la decisione sarà presa martedì 13 giugno 2023. A quanto si apprende, non ci sarebbe il via libera del Ministro della Pubblica Amministrazione Zangrillo, per la proroga anche agli statali.
Queste nuove scadenze pertanto, varranno per i lavoratori fragili del settore privato e per quelli con figli under 14, almeno fino al 31 dicembre 2023.
Le altre misure discusse
La Commissione Affari Sociali del Senato si è riaggiornata per martedì 13 giugno, alle 11.30, per concludere le votazioni sugli emendamenti del decreto lavoro.
Tra le altre misure in discussione c’è il tetto per i fringe benefit, fissato a 3mila euro, solo per i lavoratori con figli. Sarà introdotta anche l’esenzione per la parte contributiva.
La modifica arriverà con un emendamento del relatore al decreto Lavoro che sarà votato martedì prossimo.
Si discuterà anche sulla decontribuzione totale per tre anni, per chi assume o stabilizza badanti che assistono anziani non autosufficienti. La modifica riguarderà il 2023, il 2024 e il 2025 e prevedrà un esonero contributivo al 100%, nel limite massimo di importo di 3000 euro annui, per 36 mesi, in caso di assunzioni e trasformazioni a tempo indeterminato dei contratti di lavoro domestico, con mansioni di assistente a persona non autosufficiente, con più di 65 anni.
Inoltre, un altro emendamento del dl Lavoro prevede che il beneficiario dell’assegno di inclusione, con figli under 14, sia tenuto ad accettare un’offerta a tempo indeterminato, solo se entro gli 80km o raggiungibile in due ore coi mezzi pubblici.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it