procedimento-disciplinare-pubblico-impiego-novitaSul complesso tema del procedimento disciplinare nel pubblico impiego le novità emergono dai piani degli ultimi Governi e dal nuovo CCNL.


Il procedimento disciplinare nel Pubblico Impiego rientra nell’area della gestione del rapporto di lavoro contrattualizzato, e dunque nell’area a matrice privatistica. E’ un potere esercitato mediante atti negoziali e non provvedimenti amministrativi nei limiti disegnati dalla legge e dai contratti collettivi.

 

La disciplina legale è quella dell’art. 2106 del codice civile, in parte dell’art. 7 dello Statuto dei lavoratori, e degli artt. da 54 a 55 septies del D.Lgs. 165 del 2001. La disciplina è integrata dai contratti collettivi di comparto che già nella prima tornata successiva al D.Lgs. 80/93 avevano ampiamente disciplinato la materia e sostanziali modifiche sono state apportate dalle tornate successive.

 

Qui di seguito una rassegna delle ultime novità normative in ordine di tempo.

 

Riforma del Pubblico Impiego

 

Un percorso già intrapreso dal Ministro Brunetta con la nota riforma del d.lgs. n.150 del 2009 , è stato proseguito dal Ministro Madia con il più ampio d.lgs. 25 maggio 2017 n.75 (in G.U. 7 giugno 2017, testo attuativo della legge delega 7 agosto 2015 n.124) entrato in vigore il 22 giugno 2017, e con il più settoriale d.lgs. 20 luglio 2017 n. 118 che ha apportato lievi modifiche al d.lgs. n.116 del 2016 sui c.d. “furbetti del cartellino”.

 

Il dipendente pubblico sorpreso a imbrogliare sull’ingresso in ufficio verrà sospeso dal servizio e dallo stipendio entro 48 ore, anche se avrà diritto a un assegno alimentare. Poi partirà un procedimento disciplinare che, se l’accusa sarà confermata, potrà arrivare al licenziamento. Rispetto alle regole oggi in vigore, la differenza sta nella sospensione immediata e nei tempi del procedimento: il giudizio dovrà arrivare entro 30 giorni, contro i 120 previsti adesso per i casi più gravi.

 

Viene riscritto, inoltre, il rapporto esistente tra il procedimento penale e quello disciplinare, prevedendo, tra l’altro, che la p.a. ha la possibilità di attivare il procedimento disciplinare sospeso in caso di procedure penali, anche a fronte di un provvedimento giurisdizionale non definitivo, qualora l’amministrazione giunga in possesso di elementi sufficienti per concludere il procedimento.

 

Rinnovo del CCNL

 

Secondo il nuovo CCNL, invece, le violazioni da parte dei dipendenti, degli obblighi disciplinati a danno luogo, secondo la gravità dell’infrazione, all’applicazione delle seguenti sanzioni disciplinari previo procedimento disciplinare:

 

a) rimprovero verbale, con le modalità di cui al comma 4;
b) rimprovero scritto (censura);
c) multa di importo variabile fino ad un massimo di quattro ore di retribuzione;
d) sospensione dal servizio con privazione della retribuzione fino a dieci giorni;
e) sospensione dal servizio con privazione della retribuzione da 11 giorni fino ad un
massimo di sei mesi;
f) licenziamento con preavviso;
g) licenziamento senza preavviso.

 

Ispezioni e impronte digitali contro i furbetti del cartellino

 

L’ultimo proclama (o provocazione) è arrivato qualche settimana fa: la nuova ministra della Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno, sta pensando ad un nuovo piano nella PA con ispezioni e impronte digitali contro i furbetti del cartellino.

 

“Non ho l’ansia di mettere il mio nome su una legge, ma di far funzionare la Pubblica amministrazione”, dichiara la Bongiorno in un’intervista a Il Corriere della Sera.

 

L’assenteismo, prosegue il ministro, “è un fenomeno odioso“, contro cui serve anche la prevenzione “con rilevazioni biometriche per evitare che ci sia chi strisci il tesserino per altri”. Nel prendere le impronte digitali, dice, non c’è nulla di male.