Per la PA, è previsto un nuovo maxi-piano di reclutamento, con l’assunzione di 450’000 nuove figure, entro il 2025: ecco cosa sappiamo.
Piano reclutamento PA: durante un recente question-time al Senato, il Ministro della Pubblica Amministrazione Zangrillo ha dichiarato che inizierà un nuovo piano di assunzioni per la PA.
Si punta all’introduzione di 450mila nuove figure, entro il 2025. Ma i sindacati sono scettici e spingono per l’adeguamento dei salari degli attuali dipendenti, prima delle nuove assunzioni.
Ecco cosa succede.
Piano reclutamento PA: gli obiettivi del Governo
Come dichiarato dal Ministro Zangrillo, il Governo è al lavoro per rimodernare la Pubblica Amministrazione e integrare nuove figure, all’interno del suo organico.
L’obiettivo è quello di assumere 156mila nuove figure nel 2023 e fare altrettanto per il 2024 e il 2025, fino ad arrivare a 450mila nuove assunzioni. Questo porterà all’apertura di molti concorsi pubblici, in diversi settori.
Zangrillo ha anche detto:
“Per rafforzare la capacità amministrativa della PA, dobbiamo innanzitutto puntare su un reclutamento di qualità. Si tratta di una possibilità di introdurre nel sistema pubblico personale giovane, qualificato e motivato, reclutato con procedure innovative e attraverso la valutazione non più soltanto delle conoscenze, ma delle competenze trasversali. A breve pubblicheremo le linee guida destinate alla selezione del personale non dirigenziale, mentre quelle per il personale dirigenziale sono state adottate già lo scorso anno”.
E ha aggiunto:
“Ma non basta reclutare, dobbiamo recuperare il gap formativo che si è accumulato in questi anni di spending review destinando le necessarie risorse finanziarie di cui oggi disponiamo grazie al PNRR, alla qualificazione del personale già in servizio nella Pubblica amministrazione che, se dotato di strumenti conoscitivi aggiornati, saprà raggiungere, grazie alla sua esperienza, ottimi risultati”.
Piano reclutamento PA: la risposta dei sindacati
I sindacati condividono le parole del Ministro della Pubblica Amministrazione, ma evidenziano un problema di fondo.
Il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, ha detto:
“La notizia è che non ci sono soldi e che quindi milioni di lavoratori pubblici per quest’anno e per i primi mesi dell’anno prossimo non avranno l’aumento. Una notizia drammatica”.
Per questo, il Ministro ha affermato che ci sarà l’impegno, da parte del Governo, di trovare le risorse per i rinnovi contrattuali, già a partire dalla prossima manovra finanziaria. Ma tutto dipenderà dall’andamento dell’economia e delle priorità che si prefisseranno.
Ha anche ricordato che, alla fine del 2022, c’è stato il rinnovo contrattuale per Enti locali, Sanità, Istruzione e Ricerca.
Ma per i sindacati non basta. Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl, ha detto:
“Serve adeguare i salari all’inflazione e dare un forte impulso agli investimenti in tecnologia, digitalizzazione e capitale umano; stabilizzare il precariato e avviare un grande piano di assunzioni”.
Secondo la Cgil, le priorità sarebbero altre:
“Se davvero vogliamo rimettere il lavoro pubblico al centro delle politiche del Paese vanno affrontate prioritariamente alcune questioni: aumento dei salari, contrasto alla precarietà e quindi qualità dell’occupazione e nuove assunzioni”.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it